Prosciutto in vaschetta, il trucco per scegliere il migliore
Alcune regole da seguire per comprare il prodotto di maggior qualitàSempre più italiani, all'interno della propria spesa, sembrano optare per il prosciutto in vaschetta invece che quello affettato al banco dal macellaio. Il motivo è da ricercare soprattutto per i tempi di conservazione più lunghi, visto che all'interno delle confenzioni può durare anche per settimane. Non essendo presente l'ossigeno, il prodotto infatti non si ossida. Ecco quindi alcuni trucchi ed informazioni per scegliere quello di maggior qualità.
Prosciutto in vaschetta, come sceglierlo
L'agronomo Daniele Paci, all'interno del suo profilo Instagram, ha svelato alcuni dettagli da tenere in considerazione. La prima cosa da guardare sono gli ingredienti, che devono necessariamente essere solo la coscia di suino e il sale. Quindi niente additivi, nitriti e nitrati, così come devono essere assenti aromi e spezie. Inoltre è importante che il prosciutto sia stagionato almeno 14 mesi, compre prevede la DOP San Daniele. Bisogna poi verificare che l’origine del prodotto sia italiana al 100%. Delle informazioni che si possono tranquillamente approfondire grazie al QR Code che spesso si trova davanti o dietro le confezioni. Una volta acquistato il prosciutto e portato a casa, è importante aprire la confezione e verificare che le fette si dividano bene l’una dall’altra. Tutti piccoli trucchetti che però si rivelano di fondamentale importanza per assicurare l’ottima qualità dei prodotti di crudo, evitando così di consumare un alimento che possa far male alla salute e all’ambiente.
La differenza con quello affettato al banco
Il Consorzio del prosciutto di Parma ha fatto chiarezza sull'argomento: "La necessità di avere fette di forma regolare, e dimensioni adatte alla vaschetta, determina un certo scarto. Ma la differenza di prezzo al consumo, fra il prosciutto di Parma acquistato al banco taglio e quello preconfezionato in vaschetta, è dovuta principalmente ai processi di affettamento e confezionamento. Questi avvengono in appositi laboratori sterili e rappresentano un costo di lavorazione importante, al quale vanno poi aggiunti i costi del packaging. Altre differenze, nella grande distribuzione, dipendono del 'posizionamento' del produttore e dagli accordi che questo stabilisce con le catene".
Redazione
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