Olimpiadi, Irma Testa nella storia: prima medaglia italiana nella boxe femminile
La 23enne di Torre Annunziata, “Butterfly”, è arrivata in semifinale a Tokyo 2020 nella categoria dei pesi piuma. Patrizio Oliva: "Deve puntare all'Oro""Conosco Irma fin da bambina, ha la cattiveria giusta e la boxe la sa fare. Quattro anni fa fu la prima pugile azzurra ad andare alle Olimpiadi”. Ne è convinto il campione di boxe Patrizio Oliva mentre parla di Irma Testa, la campionessa di Torre Annunziata che ha centrato la semifinale olimpica nella categoria 54-57 kg. “A questo punto credo che un bronzo sarebbe limitativo - dice Oliva - deve puntare dritto all'oro".
Irma testa è già nella storia perché sarà medaglia sicura: è la prima volta per il pugilato femminile italiano. Con grinta e caparbietà “Butterfly” è arrivata in semifinale a Tokyo 2020 nella categoria dei pesi piuma. La 23enne della provincia di Napoli “viene dalla scuola di Lucio Zurlo, ha avuto un calendario ostico incontrando le più forti, si sta sbarazzando di tutti e lo sta facendo con determinazione e classe", aggiunge Oliva.
La dedica della campionessa di boxe
“Ho garantito la medaglia ed è una gran bella soddisfazione – le parole di Irma Testa subito dopo il match vinto ai quarti - ho combattuto molto bene nei primi due round, un po’ meno nel terzo, forse per via di un po’ di stanchezza. L’obiettivo resta fare bene e divertirmi, ma ora me la gioco”. Sulla sfidante filippina Petecio, in semifinale, dice: “Sarà una rivale difficile, ma chi non lo sarebbe a questi livelli? Intanto questo risultato è dedicato al mio maestro e a tutto il movimento del pugilato italiano femminile”.
La carriera
Classe 1997, Irma si avvicina al mondo del pugilato perché sua sorella ne era appassionata. A 14 anni porta a casa la sua prima medaglia europea, un bronzo. Testa gareggia nella categoria 54-57 chili ed è reduce da un oro nei pesi piuma vinto al torneo di Alcobendas, in Spagna, nel 2019 prima dell’emergenza sanitaria.
Il suo maestro di vita
La boxeur ha rivelato le difficoltà avute nel suo percorso: i costanti allenamenti, la lontananza dalla famiglia in un’età quella dell’adolescenza già delicata. E quindi i problemi psicologici e la voglia di mollare tutto. Fondamentale è stata la presenza del suo maestro di vita, Lucio Zurlo. Più di un allenatore, un vero punto di riferimento per Testa. Di qui la decisione di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020. La vita dell’atleta è stata raccontata in un docufilm “Butterfly”, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2018.
Redazione
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