L'addio di valentino Rossi alla Moto Gp: "Ho vissuto momenti di pura gioia"
"The Doctor" lascia a fine stagione: "Il futuro? Resterò pilota per tutta la vita, penso che correrò con le macchine, che amo appena un po’ meno che le moto""I momenti più significativi della mia carriera? Il titolo mondiale 2001, l’ultimo della classe 500, poi il 2004 il primo con la Yamaha e quindi il 2008, quando in molti mi davano già per finito". Valentino Rossi è emozionato mentre annuncia l'addio al motociclismo alla fine di questa stagione. A 42 anni, il "Dottore" di Tavullia è leggenda e parla dei momenti che hanno segnato la sua carriera da pilota di Moto Gp.
La carriera di un mito
"Cosa mi mancherà? Penso la vita da atleta, svegliarmi la mattina e sapere di avere un obiettivo per vincere, che è la cosa che mi piace molto - spiega Valentino - E poi, soprattutto, ovviamente, correre in pista con la moto, lavorare con il mio team, vivere la sensazione della domenica mattina prima della gara... Tutto queste cose saranno un po’ difficili da sistemare...". La decisione di fermarsi al termine della stagione è arrivata alla conferenza stampa del Red Bull Ring di Zeltweg, in Austria, dove domenica 8 agosto si correrà il Gp della Stiria.
"Avrei voluto correre per altri 20/25 anni ma non è possibile - ammette il campione - È stato bello, ho vissuto momenti indimenticabili in cui mi sono divertito un sacco. Ora, dall’anno prossimo, la mia vita cambierà. Negli ultimi anni non mi sentivo ancora pronto, ma adesso sento che è il momento giusto". Una carriera quella del "The Doctor" che definisce "molto lunga" e che lo ha visto vincere "tante gare". Sono state vittorie "indimenticabili, pura gioia - dice - qualcosa che mi ha reso felice per settimane. Ma nello sport i risultati fanno la differenza, e questa è la strada giusta da prendere".
I progetti per il futuro
Ne è sicuro Valentino: "Io mi sento un pilota e lo resterò tutta la vita". Ecco perché tra i progetti futuri ci sono ancora le corse: "Penso che correrò con le macchine, che amo appena un po’ meno che le moto - rivela - Ho iniziato coi kart, papà Graziano pensava che fosse più sicuro che in moto. Poi quando ho provato la moto a 3 anni per fortuna ho cambiato... Però l’auto è qualcosa che mi è rimasto nel cuore e ci ho sempre lavorato su tecnicamente. Non conosco il mio livello, vedremo: certo non è lo stesso che ho nelle moto".
Il sorriso e l'ironia non è mai mancata a Valentino Rossi che da subito è entrato nel cuore della gente diventando un mito per i giovani. "Ho avvicinato tanta gente alle moto - dice con orgoglio - La differenza fra me e tutti gli altri piloti per me è stata questa: l’amore dei tifosi, che sinceramente non so da dove nasce. Sono riuscito ad avvicinare tante persone al motociclismo, un po’ come fece Tomba con lo sci: senza di me non avrebbero conosciuto le moto, soprattutto in Italia".
E quando il campione di Moto Gp viene paragonato a Michael Jordan resta umile e afferma: "Non tocca a me dirlo. Però vedo che mi riconoscono in tutto il mondo, ed è una cosa davvero speciale. Da giovane la soffrivo di più, ma oggi ho imparato ad apprezzarla". Poi Valentino saluta tutti con quel sorriso contagioso che ha conquistato grandi e piccini: il campione si lascia alle spalle 25 anni di carriera straordinaria. Il futuro è tutto da scoprire ma Rossi ha un bagaglio importante alle sue spalle: ci sono le auto, i progetti da imprenditore, ma soprattutto l’attività da manager e talent scout con il team VR46, pronto nel 2022 a sbarcare in Moto Gp.
Redazione
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