Europa contro Viktor Orban: l'Ungheria non rispetti i trattati
Le leggi ungheresi contro la comunità LGBT+ violano le norme fondamentali dell'EuropaDopo l’approvazione delle leggi discriminatorie verso la comunità LGBT+, anche Mario Draghi è entrato nel merito della questione, ricordando a Viktor Orban le norme dell’UE e i doveri dei paesi membri. Intanto l’Unione sta ha mandato una lettera alla ministra della giustizia ungherese, Judith Varga, in cui si parla chiaramente di una violazione sui diritti fondamentali dei cittadini. Budapest avrà tempo fino alla fine del mese per rispondere e, forse, correre ai ripari.
Dal canto suo Orban ha risposto: "Non abbiamo una legge contro l'omosessualità in Ungheria. Abbiamo una legge che difende genitori e bambini. E' sempre meglio leggere prima e poi reagire". Aggiungendo, inoltre, che non ritirerà una legge già in vigore.
Per la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, la legge varata in Ungheria è una vergogna e profondamente discriminatoria e preoccupa seriamente l’Europa. Tra i valori fondamentali dell’UE c’è indiscutibilmente il valore e la salvaguardia delle differenze e dei diritti umani ed è su queste posizioni che la Commissione Europea farà in modo che tutti i cittadini siano tutelati.
L’Europa dei diritti non cede alle discriminazioni
In tutto il Vecchio Mondo, sono saliti a 17 i paesi che hanno aderito all’iniziativa del Belgio in difesa dei diritti LGBT+. L’intento è quello di mettere fine alle discriminazioni e di difendere le persone in base a quelli che sono i diritti fondamentali dell’Europa. I paesi firmatari sono: Belgio, Danimarca, Germania, Italia, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Finlandia, Svezia e Austria.
Chiaramente molti di questi leader hanno preso posizioni durissime contro la legge ungherese e cercheranno di fare il possibile per tutelare le persone, anzitutto, e poi cercare di abolire definitivamente una legge che viola palesemente tutte le norme e i diritti dell’Europa.
A fronte di questo, sono arrivate anche le dichiarazioni di Mario Draghi che invita alla cooperazione dove possibile, ma conferma anche la linea rigorista contro chi viola i diritti fondamentali dell’uomo e i valori di libertà e uguaglianza, base solida dell’Europa e del suo ordinamento.
Vedremo se nelle prossime settimane l’Ungheria deciderà di fare un passo indietro o se si dovrà procedere con sanzioni e punizioni più severe.
Redazione
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