Durigon si dimette dopo le polemiche, il commento: "Mai stato fascista"
La lettera aperte di Durigon dove ringrazia la Lega e si scusa per le sue parole "fraintese" dall'opinione pubblicaClaudio Durigon, esponente della Lega, si è dimesso dal ruolo di sottosegretario all’Economia dopo la proposta di intitolare a Latina un parco da Arnaldo Mussolini. Al momento, il parco è intitolato a Falcone e Borsellino ma, il deputato leghista, si era detto favorevole a un cambio di nome per una questione di “memoria storica”.
Nell’annuncio di Durigon si legge: "Per uscire da una polemica che sta portando a calpestare tutti i valori in cui credo, a svilire e denigrare la mia memoria affettiva, a snaturare il ricordo di ciò che fecero i miei familiari proprio secondo quello spirito di comunità di cui oggi si avverte un rinnovato bisogno, ho deciso di dimettermi dal mio incarico di Governo che ho sempre svolto con massimo impegno, orgoglio e serietà”.
E continua affermando che un processo di comunicazione si deve valutare anche sulla buona fede, aggiungendo di non essere mai stato fascista e chiedendo scusa a tutti per la sua uscita poco felice. Ci riprova, insomma, Durigon a tirare in ballo il classico “sono stato frainteso” dicendo di essere contro ogni forma di dittatura e ideologia totalitaria e di essere cresciuto con dei sani valori cristiani come bussola.
La fine dell’epopea politica di Durigon
Eppure nonostante tutto le sue dichiarazioni hanno fatto scalpore, soprattutto perché arrivate con delle motivazioni poco plausibili che non fanno che “riaccendere” il vecchio dibattito su quanto il fascismo non debba essere dimenticato e, ovviamente, nemmeno celebrato con piazze e luoghi dedicati alla memoria del regime.
E prima di “mollare la presa” Durigon ci tiene a sottolineare tutto il lavoro svolto per il bene dell’Italia per far ripartire il paese rapidamente e senza polemiche. Quota 100; blocco del ritorno della Legge Fornero; rottamazione e rateizzazione delle cartelle esattoriali, insomma tutti temi che andrebbero a portare molti benefici nelle tasche degli italiani; eppure quell’uscita imperdonabile su Arnaldo Mussolini ha bloccato sul nascere i sogni di gloria del leghista, a testimonianza diretta che la comunicazione istituzionale è qualcosa che va concordata a monte con un team di esperti.
Si conclude così l’epopea politica di Durigon, mandato al massacro per un’affermazione infelice e sostenuto praticamente da nessuno, per il semplice fatto che per fare affermazioni del genere si deve necessariamente tenere conto delle conseguenze; cosa che evidentemente lui non ha fatto.
Redazione
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