Quando la moda fa "bene": studenti diventano stilisti per i malati oncologici
A trento 63 studenti di più scuole superiori si sono messi in squadra per aiutare i coetanei affetti dal cancro, progettando indumenti e accessori speciali dedicati a loro.Una bella notizia, di quelle che fanno bene al cuore.
Arriva dalle mani di alcuni studenti delle scuole superiori di Trento, precisamente quelli del Centromoda Canossa e del Liceo Artistico “Alessandro Vittoria” e si chiama: “La bellezza che salva”. Si tratta di un’iniziativa che ha visto questi giovani impegnati a progettare e realizzare accessori e capi d’abbigliamento per sostenere i loro coetanei malati oncologici.
Ecco che così hanno preso vita in questo modo felpe, cappelli, sacche e borselli decorati utili a contenere dispositivi per la somministrazione continua dei farmaci, accessori porta drenaggi o porta urine, cuscini con colori e stampe coloratissimi per decorare gli ambienti degli hospice.
Un lavoro “di squadra”
Come riporta Vita.it, i 63 studenti (40 del liceo Vittoria e 23 del Centro Moda) si sono così suddivisi il lavoro di squadra: una volta che gli studenti del liceo artistico hanno terminato la fase di studio dei colori e degli accessori, sono scesi in campo i colleghi del Centromoda, selezionando le stampe adatte alla collezione. Dopo di ciò, l’istituto per le arti grafiche Artigianelli è stato coinvolto nella stampa del materiale prodotto, approdato poi nei laboratori dell’istituto professionale pronto a essere modellato. Coinvolti anche 11 insegnanti che hanno seguito il progetto.
Come è nata la proposta
Il progetto rientra nelle attività di “Scuola - volontariato” che il Centro Servizi per il Volontariato Trentino porta avanti da circa dieci anni per avvicinare i giovani all’impegno nelle associazioni.
Il Cvs ha anche organizzato per gli studenti protagonisti dell’iniziativa quattro incontri di formazione su vari aspetti del volontariato (aspettative, motivazioni), sulla malattia oncologica negli adolescenti (a cura della Lilt) e sul concetto di cura anche nel fine vita (a cura della fondazione Hospice). Nel corso di questi incontri, oltre alle attività interattive e di gruppo, si sono svolti dei momenti dedicati alle testimonianze dei volontari di Lilt e Hospice e di alcuni giovani che in adolescenza hanno affrontato il cancro, per comprendere come vive una persona con questa malattia, quali problemi quotidiani debba affrontare e tanto altro.
La creatività degli studenti, unita alle emozioni risultate da questi incontri, ha dato vita ai capi e gli accessori.
I capi più gettonati
Tra gli indumenti più realizzati le felpe, che capo «simbolo» dell’adolescenza. C’è chi l’ha disegnata con lo scaldacollo integrato per nascondere eventuali cicatrici, oppure con maniche staccabili per sopportare gli sbalzi della termoregolazione corporea o con delle zip in diversi punti così da permettere ad esempio il passaggio delle cannule per la somministrazione dei farmaci, oppure con una tasca reversibile colorata, che un paziente può utilizzare per indicare il proprio umore a chi gli sta vicino.
Dal calore e dall’empatia di questi studenti, sono nate delle creazioni veramente utili e originali, che possono permettere ai loro coetanei malati di non rinunciare alla moda.
Alla ricerca di imprese che credano nel progetto
«Ora la sfida è quella di identificare una o più aziende del territorio che vogliano di investire in questo progetto e garantire la produzione delle felpe e degli altri capi progettati dai ragazzi», ha spiegato Francesca Fiori, coordinatrice del Csv. «Per questo ci rivolgiamo con un appello al mondo imprenditoriale per portare a termine progetti così belli e innovativi».
Redazione
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