Sfruttamento della prostituzione: fermata organizzazione thailandese
Il gruppo criminale gestiva quattro case di appuntamento di cui due a Pordenone una ad Udine e un’altra a TriesteSfruttavano giovani connazionali facendole prostituire in case di appuntamento. La Polizia questa mattina ha eseguito sette misure cautelari dell’obbligo di dimora nei confronti di due uomini e quattro donne thailandesi e di un italiano. Il gruppo criminale gestiva quattro case di appuntamento di cui due a Pordenone una ad Udine e un’altra a Trieste.
L’attività investigativa ha permesso di scoprire lo sfruttamento di 10 giovani ragazze thailandesi e di alcuni transessuali per un volume di affari per centinaia di migliaia di euro; una parte del denaro, però, veniva inviato, attraverso agenzie di money transfer, ai complici in Thailandia che si occupavano di reclutare le ragazze. Ad organizzare il viaggio delle giovani donne erano gli indagati in Italia che procuravano alle stesse la documentazione e i biglietti aerei per farle giungere in Europa con un visto turistico rilasciato dalle autorità thailandesi o cambogiane.
Una volta giunte in Europa, l’organizzazione le prendeva in carico e le smistava negli appartamenti del Friuli Venezia Giulia; successivamente realizzavano dei book fotografici delle giovani per pubblicizzarle in siti internet specializzati in incontri a “luci rosse”. Tra quelli più popolari in Italia Moscarossa , Mosca Bianca e Bakecaincontrii. L’organizzazione poi era molto attenta a combinare gli appuntamenti con i clienti, svelando solo dopo diverse telefonate il luogo esatto dell’incontro e il campanello a cui suonare.
Il cliente una volta entrato pagava subito la prestazione concordata alla ragazza scelta, la quale non tratteneva i soldi, ma li consegnava immediatamente agli sfruttatori presenti in un'altra stanza. Le vittime venivano fatte prostituire negli appartamenti dal mattino alla notte con prestazioni che variavano dai 70 ai 150 euro, assicurando introiti di circa 1.000 euro al giorno per ogni appartamento. I poliziotti hanno riscontrato anche l’uso della violenza nei confronti delle ragazze per costringerle ad assecondare le richieste dei clienti: chi si rifiutava subiva bruciature con l’accendino o percosse.
Ed erano sempre gli stessi sfruttatori che provvedevano al loro sostentamento dal cibo alle sigarette o ai medicinali. Il blitz, dopo un anno e mezzo di indagini, è scattato in contemporanea nei quattro appartamenti consentendo di liberare le ragazze. All’operazione hanno preso parte gli uomini della Squadra mobile di Pordenone, Trieste e Udine con l’intervento di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Padova.
c.s.
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