Sequestro Eitan, dall'Israele il nonno si difende: il caso diventa diplomatico
Shmuel Peleg ai domiciliari sostiene di non aver mai ricevuto dal giudice di Pavia l'atto del divieto di espatrio. Interviene anche il Garante per l'InfanziaShmuel Peleg, il nonno materno di Eitan, il piccolo unico sopravvissuto alla strage del Mottarone, si trova agli arresti domiciliari per aver rapito il il nipote, e da Israele si difende: l'uomo sostiene di non aver mai ricevuto a Pavia, da parte del giudice, l'atto del divieto di espatrio per il bimbo di 6 anni se non accompagnato o autorizzato dalla tutrice legale, la zia Aya Biran.
La difesa del nonno di Eitan
Gli avvocati di Shmuel Peleg - Sara Carsaniga, Paolo Polizzi e Paolo Sevesi - affermano di non aver mai ricevuto gli atti del procedimento sulla tutela del minore dal 10 agosto in poi. Tali atti, quindi, non gli sarebbero stati notificati. "Ritenuto quindi meno l'interesse di Shmuel Peleg e di Esther Cohen (nonna materna) a rimanere inseriti nel presente procedimento - si legge nella nota inviata dai legali - e ad avere accesso agli atti esperiti successivamente al deposito telematico di detto procedimento, il giudice manda alla cancelleria perché compia quanto necessario al fine di non mantenere più inserite nel procedimento le parti indicate".
Intanto dall'Italia Or Nirko, marito di Aya Biran (zia paterna di Eitan), intervistato dall tv israeliana usa parole forti per descrivere la condizione del piccolo: "Eitan è prigioniero come i nostri soldati nelle celle di Hamas . La famiglia Peleg si rifiuta di dirci dove si trovi, lo tengono in una specie di buco. All’ospedale Sheba non c’è, è andato mio fratello e non l’ha trovato".
Il caso diventa diplomatico
la vicenda del piccolo Eitan diventa un caso diplomatico: Aya, tutrice legale del bimbo, ha presentato un’istanza al tribunale per le questioni familiari a Tel Aviv chiedendo il rientro del nipote in Italia sulla base della Convezione dell’Aja per quanto riguarda "la sottrazione internazionale di minori". L'avvocato della zia di Eitan annuncia che "l'udienza per il rientro in Italia e la violazione della Convenzione dell’Aja è prevista per il 29 di settembre".
Sui tempi del rientro del bambino dall'Israele interviene Carla Garlatti, Autorità Garante per l'Infanzia. In una intervista a La Stampa Garlatti ripercorre la storia del presunto sequestro dal giorno della tragedia della funivia lo scorso 23 maggio ad oggi. "La tutela è assicurata dalla Convenzione dell'Aja che prevede che il minore sottratto andrebbe innanzitutto riportato nel Paese in cui viveva - spiega - Può esserci un rifiuto se c'è rischio che il minore al ritorno sia esposto a pericolo fisico o psichico. Ma la Convenzione prevede anche che il minore venga sentito e che si debba tenere conto della sua opinione se è abbastanza grande". Israele ha aderito alla Convenzione dell'Aja.
Ma quali potrebbero essere i tempi del rientro per Eitan?
"La convenzione - aggiunge la Garante per l'Infanzia - prevede comunque un ritorno immediato entro sei settimane ma nella casistica che mi si è presentata nel Tribunale dei Minorenni dove ho lavorato è evidente che chi non vuole restituire cerchi di dimostrare che c'è un pre giudizio". Di qui il rischio di un allungamento dei tempi. "Quando si fanno indagini i tempi possono allungarsi in una misura tale da trovarsi in situazioni in cui si prova a dire che alla fine il minore si è radicato nella nuova vita, sta bene, ha i suoi amici, va a scuola e quindi sarebbe traumatico riportarlo indietro".
Redazione
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