Nel varesotto un uomo armato di coltello aggredisce due agenti della polizia che reagiscono sparando
Il fatto è avvenuto a Lavena Ponte Tresa, al confine con la Svizzera, durante un controllo dei documentiNel Varesotto un uomo è in prognosi riservata: ieri 19 agosto ha aggredito con un coltello due agenti della polizia che, per reazione, gli hanno sparato, ferendolo gravemente.
Il fatto
A Lavena Ponte Tresa nel Varesotto, al confine con la Svizzera, un uomo senza documenti ha aggredito armato di coltello due agenti, che gli hanno sparato per difesa.
Secondo la prima ricostruzione, l’uomo si sarebbe avventato prima sull'agente donna che nella colluttazione è caduta a terra, poi avrebbe aggredito il collega di questa che, per difesa, ha sparato ferendolo all'addome.
L'uomo, un 35enne marocchino irregolare in Italia dal 2016, è stato trasportato con l'elisoccorso all'ospedale di Circolo di Varese. Intubato, le sue condizioni sono stabili. Non è in pericolo di vita.
I due agenti della polizia avevano fermato il soggetto per controllare i suoi documenti, lui però ne era sprovvisto e per questo motivo ha reagito aggredendo la poliziotta con cui ha avuto una colluttazione, poi si è rivolto al collega che ha sparato colpendolo all’addome.
Il fatto è successo la mattina di giovedì 19 agosto, intorno alle 8, a Lavena Ponte Tresa che si trova in provincia di Varese e al confine con la Svizzera, zona oggetto sempre di pattugliamenti e controlli. Sul posto sono intervenuti elisoccorso, automedica, ambulanza e la polizia stradale di Varese.
La rabbia del movimento sindacale autonomo di polizia
L’esatta dinamica di quanto accaduto intorno alle 8 in via Manzoni è stata spiegata da Fabio Conestà, segretario generale del Movimento sindacale autonomo di Polizia (Mosap).
«Questa mattina due colleghi, a Varese, hanno rischiato di essere accoltellati da un nordafricano che alla richiesta dei documenti ha dato di matto. Ha prima tentato di sferrare un fendente alla collega mancandola ma facendola finire per terra, poi si è scagliato contro il collega che ha aperto il fuoco ferendolo. Cosa sarebbe accaduto se il collega non avesse usato l'arma? Anche se la domanda da porsi è: con il taser questo sarebbe successo?» - dichiara Conestà.
«Siamo stanchi di essere presi in giro. Questa vicenda ricorda quella del collega che sparò all'esterno della stazione Termini, divenuta subito occasione di proclami pro taser. Da allora a oggi però, trascorsi diversi mesi, della pistola elettrica neanche l'ombra. Ipocrisia e speculazione sulla pelle dei poliziotti che, chissà, magari adesso dovranno anche risponderne per atto dovuto. Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi - conclude - e tutta la nostra amarezza per un impianto normativo che lascia impuniti e a piede libero questi soggetti e per una certa politica alla quale della sicurezza non importa nulla».
Redazione
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