Morte Luana D'Orazio, la perizia: manomesso il quadro elettrico
L'orditoio della ditta tessile che ha causato la morte della 22enne sarebbe stato in grado di funzionare anche senza dispositivi di protezioneEmergono risultati importanti dalle indagini sulla morte di Luana D’Orazio, l’operaia pistoiese di 22 anni, deceduta per le gravi ferite procurate dal macchinario al quale lavorava nella ditta tessile di Oste di Montemurlo, in provincia di Prato. I due orditoi sarebbero stati manomessi per evitare interruzioni e velocizzare quindi la produzione: i due guasti riguardano rispettivamente il quadro elettrico e la parte meccanica.
E' questo l’esito della perizia e degli accertamenti tecnici svolti sui due macchinari presenti nell'azienda "Orditura Luana", consegnata al procuratore Giuseppe Nicolosi. Gli orditoi presenti nella fabbrica sono di fabbricazione tedesca Karl Mayer TexilmachineFabrik Gmbh.
La perizia richiesta dalla Procura di Prato
Si indaga dunque sulle due manomissioni: una al quadro elettrico e l'altra alla parte meccanica. Nel dettaglio, la modifica al quadro elettrico avrebbe permesso all’orditoio con il quale Luana stava lavorando di funzionare in automatico anche con la saracinesca di protezione abbassata. In più, sull'orditoio gemello sarebbe stata già accertata l'assenza della fotocellula di sicurezza.
I capi di accusa
Intanto, Luana Coppini e Daniele Faggi, rispettivamente titolare e gestore dello stabilimento dove è avvenuto l'incidente mortale, sono indagati per omicidio colposo e omissione di tutele antinfortunistiche. Per gli stessi reati è sotto indagine anche il tecnico, Mario Cusimano. Gli indagati sono stati ascoltati ieri dalla Procura: Luana Coppini avrebbe risposto alle domande degli inquirenti mentre il marito si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Redazione
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