Lombardia falsificavano documenti per foreign fighters: sette arrestati
Sgominato un giro di documenti falsi con legami anche col terrorismo di matrice religiosaLombardia, arrestati sette cittadini dell’Est Europa con l’accusa di essere parte di un’organizzazione internazionale per il traffico di documenti falsi. Secondo le indagini tali documenti sarebbero stati destinati anche a dei foreign fighters. L’operazione è iniziata a Milano nel 2019 e ha interessato gradualmente altre città della Lombardia; nel periodo in cui c’era la possibilità della pianificazione di diversi attentati in Europa. Le indagini delle forze dell’ordine hanno portato alla luce un vero e proprio circuito sotterraneo vicino al terrorismo internazionale di matrice religiosa. Non è ancora chiaro se i possessori di documenti falsi sono già stati individuati e arrestati o se gli agenti siano ancora alla ricerca di tutti i nomi nei registri. Tra gli arrestati anche due uomini dell’Est Europa entrambi in collegamento indiretto con l’attentatore di Vienna che nel 2020 ha ucciso 4 persone.
L’operazione e il collegamento col terrorismo internazionale
Al momento sembra che il gruppo abbia fornito documenti falsi a 15 terroristi, non ci sono testimonianze o prove per un collegamento diretto con l’attentato di Vienna, anche se tra i documenti smerciati ci sono diversi contatti vicini all’uomo. In tutto la banda ha fornito circa un migliaio di documenti falsi distribuiti in tutta Europa e destinati non solo a terroristi o criminali.
Non sono state ovviamente rese note le identità degli acquirenti dei documenti falsi ma tali nomi sarebbero ancora al vaglio degli agenti per capire la loro appartenenza o meno a gruppi impegnati in operazioni illecite di qualsiasi natura. Come già detto da questi documenti si cerca di risalire anche agli eventuali contatti con l’attentatore di Vienna che potrebbero aver chiesto aiuto alla banda lombarda per ottenere documenti e visti d’ingresso.
Questa è solo la punta dell’iceberg di un’operazione che ha coinvolto l’Italia e diversi paesi dell’Europa, soprattutto quelli ritenuti “a rischio” per la radicalizzazione del terrorismo di matrice religiosa o per la presenza di nutrite comunità di stranieri potenzialmente coinvolti nella pianificazione di attentati e attacchi terroristici. Le indagini continueranno anche nei prossimi mesi ripartendo proprio dai nomi e dalle confessioni della banda che potrebbero aiutare gli agenti a individuare potenziali cellule dormienti del terrorismo internazionale.
Redazione
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