Israele lancia nella notte 250 razzi. Preoccupazione per la situazione nella striscia di Gaza
Continuano gli scontri e le violenze sulla Striscia di Gaza. Situazione al limite con decine di feriti e devastazioni nei principali centri urbaniNotte di combattimenti sulla Striscia di Gaza, dove secondo le prime ricostruzioni dei militari Israele ha lanciato, da ieri, oltre 250 razzi verso lo Stato ebraico. Anche nelle prime ore del mattino le schermaglie sono proseguite con l’aviazione israeliana che avrebbe colpito oltre 140 obiettivi militari a Gaza. Dalle fonti palestinesi sembra che i morti siano almeno 20, oltre che decine di feriti. Ulteriori incidenti si sono verificati a Gerusalemme Est, dove gli scontri tra i dimostranti palestinesi e la Polizia sarebbero andati avanti per diverse ore. Diverse proteste hanno avuto luogo anche in diverse località arabe di Israele e secondo i media locali potrebbero durare giorni. Una situazione al limite che sta causando ulteriore morte e distruzione in un paese già fortemente lacerato dai conflitti interni.
L’ultimatum di Hamas e Israele
La battaglia sulla Spianata delle Moschee è diventata rapidamente uno scontro diretto con Gaza. Allo scadere dell’ultimatum di Hamas a Israele, 150 razzi sono stati lanciati verso lo stato ebraico. Molti sono stati intercettati dal sistema difensivo Iron Dome, ma altrettanti hanno colpito obiettivi più o meno sensibili. Hamas ha rivendicato il gesto come una vendetta alle aggressioni e ai crimini contro la Città Santa e alle violenze contro il loro popolo. In tutta risposta Israele ha colpito Gaza uccidendo diverse persone a nord della Striscia, tra cui diversi minorenni.
Intanto la popolazione civile cerca di mettersi al sicuro: a Tel Aviv e nelle città vicine sono stati aperti i rifugi pubblici antimissile, proprio per scongiurare ulteriori perdite dall’arrivo di altri attacchi. Tra gli scontri tra i manifestanti palestinesi e la Polizia e i continua attacchi missilistici, la situazione sta diventando insostenibile per le popolazioni della Striscia di Gaza.
Le preoccupazioni di Europa e Stati Uniti
L’Unione Europea chiede a tutti i leader di impegnarsi per un’azione congiunta contro gli estremisti e lancia un appello alle due parti in causa invitandole al dialogo e alla preservazione dei luoghi sacri. Stesso discorso dall’Amministrazione Biden che ha fermamente condannato le violenze e l’utilizzo di razzi sulle città, dimostrando allo stesso tempo una serie preoccupazione per l’escalation nella Striscia di Gaza. Il portavoce dell’Onu Antonio Guterres, ha espresso anch’egli preoccupazione per le continue violenze nella Striscia, invitando a cessare gli attacchi a beneficio di soluzioni più diplomatiche. Il portavoce ha più volte fatto appello al buon senso di Israele nel cercare di agire contro gli estremisti e mettere fine agli scontri.
Le reazioni sulla Striscia di Gaza
Benyamin Netanyahu, il premier israeliano, ha detto che Hamas ha oltrepassato una “linea rossa” sul territorio di Israele e non si tollereranno ulteriori attacchi a cittadini e soldati. Il premier ha poi aggiunto che l’esercito colpirà duramente chi sta cercando di minare la sovranità di Israele. Netanyahu ha poi aggiunto che le immagini che arrivano in occidente dai mass media del mondo sono distorte e mostrano una situazione che non è veritiera con quanto accade sulla Striscia di Gaza.
Dal canto suo Hamas aveva dato tempo alle milizie israeliane di abbandonare la Moschea Al Aqsa, il rione di Sheikh Jarrah e di rilasciare chi è stato arrestato nei giorni passati entro le 18 di ieri, definendo le operazioni israeliane come un’aggressione criminale nei confronti dei luoghi sacri e della popolazione. La tragica escalation di violenza delle ultime ore non ha fatto che esasperare una situazione già critica.
Redazione
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