Filippo Turetta, primo incontro in carcere con i genitori
Il 21enne ha ricevuto la prima visita dopo l'omicidio di Giulia CecchettinNel carcere Montorio di Verona, i genitori di Filippo Turetta hanno incontrato per la prima volta il figlio dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin. La sala, che di solito ospita almeno quaranta persone, è stata riservata al 21enne, al padre Nicola e la madre Elisabetta Martini per circa un'ora. La famiglia si è così riunita dopo quasi un mese. L'11 novembre il giovane era infatti uscito di casa annunciando di cenare fuori, subito prima del tragico omicidio di Giulia Cecchettin. La gip Benedetta Vitolo ha descritto l'atto come un momento di "ferocia inaudita" e "manifesta disumanità" (APPROFONDISCI QUI). Successivamente, Filippo aveva intrapreso una fuga che lo aveva condotto fino in Germania, dove era stato arrestato.
Turetta, le emozioni dell'incontro
Il momento dell'incontro è stato segnato da abbracci, lacrime ed un mix di emozioni tra il bisogno di affetto e la consapevolezza del dramma che ha colpito la loro famiglia. Dopo un'ora i genitori hanno lasciatp la sala visibilmente provati, con il papà Nicola che ha ringraziato le guardie per "prendersi cura di loro figlio". Il racconto rivela anche le precauzioni necessarie quando si varca la soglia del carcere: perquisizioni, rinuncia ai cellulari, e l'atmosfera "impietrita". Un consiglio rassicurante da parte di chi conosce la dinamica del carcere: "Abbracciatelo, è traumatizzato dall'idea che lo abbiate abbandonato". Un trauma che, in qualche modo, si riflette anche sui genitori che devono trovare la forza di sostenere il figlio in una situazione così complicata.
Il futuro di Turetta
Filippo Turetta, consapevole delle azioni che ha commesso, ha parlato con il pm confessando il femminicidio ma affermando di non comprendere cosa lo abbia spinto in quella direzione. Il ringraziamento del padre alle guardie sottolinea la complessità di questo momento, dove l'amore genitoriale si scontra con l'orrore dell'omicidio di cui è accusato. Il 21enne è quindi tornato nella sua cella, nel reparto infermeria, sotto "grande sorveglianza". Un equilibrio che sembra aver raggiunto, a differenza di quello che sta accadendo nella casa di Giulia a Vigonovo dove il dolore è ancora troppo grande.
Redazione
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