Vermicino, quarant'anni fa la tragedia di Alfredino Rampi
Sono passati quarant'anni dalla scomparsa di Alfredino Rampi, l'evento che sconvolse l'Italia interaQuarant’anni fa a Vermicino, vicino Roma, moriva Alfredino Rampi, caduto in un posso artesiano lasciato scoperto. Era il 10 giugno del 1981 quando il bambino cadde nel pozzo e nei giorni seguenti i soccorritori tentarono di tutto ma alla fine furono costretti a rinunciare. La Rai seguì le operazioni di soccorso con una diretta lunga 18 ore, il primo caso di collegamento in diretta di tale durata che tenne con gli occhi incollati al televisore un paese intero. Tutti speravano nel lieto fine che, purtroppo non è mai arrivato.
Il piccolo Alfredino Rampi cadde nel pozzo artesiano profondo circa 60 metri e con un’apertura larga circa 40cm; lo spazio perfetto per lasciar passare un bambino ma meno adatto a facilitare le operazioni di salvataggio. I soccorritori le provarono tutte, inclusa quella di scavare un pozzo parallelo che, purtroppo non riuscì a raggiungere il bambino che intanto, con le vibrazioni dello scavatore era scivolato sempre più a fondo. In quelle ore tragiche si vide il volto di un’Italia unita come non mai nella tragedia; addirittura il Presidente Pertini si recò a Vermicino per stare vicino alla famiglia del bambino; ma quello fu probabilmente solo uno dei moltissimi errori commessi in una tragedia che mise l’intera macchina dei soccorsi davanti all’evidente inadeguatezza dei suoi mezzi.
Dopo ore e ore di tentativi, venne fatto scendere nel pozzo Angelo Licheri, che grazie alla sua corporatura minuta riuscì a infilarsi in quella feritoia, appeso a testa in giù per 45 minuti. Parlò ad Alfredino, probabilmente fu l’ultimo a farlo e in quel tempo infinito gli raccontò delle favole e gli tolse il fango dagli occhi. Non poté fare nulla il bambino continuava a scivolare e il pozzo diventava sempre più stretto. Poi ci provò lo speleologo Donato Caruso che ì raggiunse Alfredino ma senza riuscire a prenderlo. Il corpo del bambino fu recuperato un mese dopo, l’11 luglio da tre squadre di minatori.
Alfredino Rampi, più in là oltre la resa e oltre la morte.
E dall’incidente di Vermicino nacque la Protezione Civile, sotto espressa sollecitazione del Presidente Pertini. A quarant’anni da una delle tragedie più gravi che ha colpito il nostro paese, restano quelle immagini strazianti che hanno dimostrato la forza e la disperazione di una madre che non si è lasciata vincere dagli eventi e ha dato vita al Centro Alfredo Rampi Onlus, perché nessun’altra madre dovesse più vivere quei momenti terribili.
E dal sacrificio del piccolo Alfredo Rampi è venuta alla luce la confusione e la disorganizzazione della macchina dei soccorsi che, malgrado l’impegno e le buone intenzioni, non era ovviamente pronta a fronteggiare una tragedia del genere. E allo stesso tempo venne alla luce la solidarietà di un paese intero incollato per 18 ore davanti alla televisione. E da quel momento tutto è cambiato nel nostro paese, la macchina dei soccorsi ha avuto una struttura e una gerarchia più solida, che nel tempo ci ha permesso di fronteggiare situazioni gravi e stati d’emergenza come quello che stiamo vivendo in questo periodo.
Negli ultimi 40 anni il Centro Alfredo Rampi Onlus ha parlato della cultura della sicurezza, del soccorso e della protezione di rischi ambientali, coinvolgendo oltre 60mila tra bambini e ragazzi in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Ed è diventato un punto di riferimento per l’organizzazione e la formazione dei soccorritori. Per questo nei prossimi giorni a Roma, all’Auditorium della Conciliazione, ci sarà l’anniversario dei quarant’anni della scomparsa di Alfredino Rampi, con l’evento "Più in là - Oltre la resa"; che ha come scopo quello di dimostrare a tutti come la forza di volontà e il coraggio delle persone possano andare oltre la morte e oltre la resa e dare vita a un qualcosa di più grande che può realmente salvare delle vite.
Redazione
Italia Vermicino - Afredino Rampi