Tragedia Mottarone: un ex dipendente segnalò problemi già nel 2019, ma fu minacciato di licenziamento
L'ex dipendente Gandini riferì ai suoi diretti superiori Tadini e Nerini delle anomalie ai freni della cabina n.3, ma gli fu detto che non sarebbe mai caduta. Inoltre all'uomo fu intimato di tacere, pena il licenziamentoTragedia del Mottarone: un dipendente della struttura della funivia ha rivelato che nel 2019 vide qualcosa che non andava nella cabina 3, ma i suoi superiori gli intimarono di tacere, pena il licenziamento.
L’importante rivelazione
In queste ore, un ex dipendente delle Ferrovie del Mottarone ha rivelato che nel 2019 segnalò malfunzionamenti alla cabina 3 ma venne minacciato di licenziamento e gli fu detto: "Tanto non cade".
Da questa rivelazione sono emersi nuovi dettagli sulla tragedia del Mottarone, che, come tutti ricorderanno, lo scorso 23 maggio è costata la vita a ben 14 persone. Un ex dipendente delle ferrovie del Mottarone il 7 giugno è stato ascoltato dagli inquirenti impegnati nell'indagine sulla caduta della cabina: la notizia è stata data dal Tg3, che ha anche mostrato alcuni stralci della testimonianza fornita al pm Olimpia Bassi.
Stefano Carlo Gandini, questo il nome del testimone, ha rivelato agli investigatori di aver segnalato ai suoi superiori nel lontano 2019, un problema di malfunzionamento della funivia, che poi quel tragico 23 maggio è precipitata stroncando la vita di 14 persone. A supporto del suo racconto, Gandini ha consegnato agli uomini della procura di Verbania anche materiale audio e una foto della cabina 3, proprio quella coinvolta nell'incidente.
Nella sua testimonianza, l'ex dipendente ha riferito che a seguito delle sue osservazioni circa i gravi problemi della cabina, sarebbe stato minacciato di licenziamento. Stefano Carlo Gandini, assunto nel dicembre 2017 e a lavoro nell'impianto fino al 2019, aveva come "diretto superiore Gabriele Tadini", uno degli indagati. Gandini ha dichiarato davanti al pm che le cabine dal 2019 fino al fatto del tragico incidente hanno viaggiato spesso con i forchettoni inseriti.
Le anomalie della cabina 3
Nel verbale della procura, si legge la deposizione di Gandini che già nel 2019 aveva "iniziato a riscontrare problemi alla cabina 3, e nello specifico (...) varie perdite di olio dalla centralina dei freni di emergenza". Il testimone ha aggiunto: "Ho segnalato tali problematiche al capo servizio Gabriele Tadini anche al fine di annotarle sul registro, cosa che però non mi è stata mai permessa". Addirittura, Gandini ha precisato di aver registrato pezzi di conversazione con i suoi superiori, nei quali "si sente anche Luigi Nerini (il gestore della Stresa-Mottarone) intervenire nel suo ufficio ove minaccia di licenziarmi".
Nel raccontare i fatti precisi con le date si è risalito al 28 maggio 2019 quando, a seguito della discussione avuta il giorno prima, Gandini incontrava Nerini che gli diceva: "Stai tranquillo, tanto la funivia non cade". In questi giorni intanto, si è conclusa a Torino l'udienza al tribunale del Riesame relativa all'appello della procura di Verbania contro la decisione di scarcerare, a maggio, i primi indagati per la strage della funivia del Mottarone, Luigi Nerini ed Enrico Perocchio.
La pm Olimpia Bossi avrebbe reiterato la richiesta di misure cautelari per i due, che erano stati scarcerati con decreto dell'allora gip Donatella Banci Buonamici, mentre per il terzo indagato, Gabriele Tadini, erano stati decisi i domiciliari. "Siamo sereni e fiduciosi", ha dichiarato l’avv. Andrea Da Prato, legale di Perocchio.
Il tribunale si è riservato la decisione.
Redazione
Italia tragedia funivia Mottarone - Stefano Carlo Gandini - Gabriele Tadini - Luigi Nerini