Smart Working, prorogato fino al 31 dicembre anche per le aziende
Il Governo pensa alle nuove regole per lo Smart Working e proroga il lavoro agile fino alla fine del 2021Il Governo ha prorogato la normativa sullo Smart Working fino al 31 dicembre anche per il settore privato; in questo modo anche le aziende possono seguire le direttive della Pubblica Amministrazione sul lavoro in ottica dell’emergenza sanitaria. Le nuove norme e regolamentazioni sono incluse nel Decreto Legge 52, chiamato anche “Decreto Riaperture”. Nell’ottica di una gestione più graduale del ritorno alle modalità “normali” di lavoro, il Governo ha voluto ripartire gradualmente, prorogando di qualche mese il “lavoro agile emergenziale”; dalle prime statistiche, comunque, sembra che in molti sceglieranno di continuare con questa modalità di lavoro anche nel futuro prossimo e a prescindere dall’emergenza sanitaria. Soddisfatto il Ministro del lavoro Orlando che evidenzia il tema come “delicato”, dato che riguarda una buona fetta dei lavoratori nel nostro paese.
Smart Working, un fenomeno in crescita
Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano e di Randstad Research, il tema dello Smart Working riguarda tra i 3 e i 5 milioni di lavoratori. Sembra inoltre che il tema non riguardi solo il periodo emergenziale, ma andrà a configurarsi anche come uno strumento futuro che piace alle persone e permette loro una migliore gestione del tempo e della propria vita. Se pensiamo che durante il primo lockdown in lavoratori agili hanno rappresentato circa il 54% delle attività produttive del nostro paese, non sorprende come questa modalità di lavoro non sia solo una buona soluzione per affrontare le emergenze, ma sia anche un nuovo modo di concepire il mondo della produttività.
Norme e regolamentazioni come prospettiva per il futuro
Secondo i primi studi, nati proprio dall’emergenza sanitaria, sembra che la settimana lavorativa sia destinata a diventare più “smart”. Dopo l’esperienza del lavoro agile, infatti, sembra che le aziende stiano puntando a spezzare la settimana con 2,6 giorni in presenza e 2,4 da remoto. Una rivoluzione questa, nata e cresciuta proprio grazie alla pandemia che ha fatto scoprire alle persone nuove modalità di lavoro che non mettono a rischio la produzione e pensano (di più) al benessere dei lavoratori. Situazioni analoghe sono già attive in buona parte del mondo, adesso però sembra che anche l’Italia deciderà di adottare misure del genere, in prospettiva di una produttività sempre più flessibile e snella. Sono ancora molte le imprese che stanno elaborando nuove strategie di lavoro, soprattutto per far fronte a questo periodo complicato che ha bisogno di molta flessibilità. Per questo l’idea del Governo è quella di permettere alle imprese e ai lavoratori di elaborare una strategia e fissare i tempi di un eventuale ritorno alla normalità. Per il momento serve flessibilità e regole chiare e questi mesi di proroga dovrebbero essere anzitutto un’occasione per uscire dalle norme emergenziali e studiarne di nuove più adatte ai vari settori.
Redazione
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