Riforma giustizia, via libera dal Consiglio dei ministri: ora tocca al Parlamento
Il M5S spaccato sulla prescrizione ma il premier Draghi sblocca l'esito della riunione: "Vi chiedo di sostenere con lealtà questo importante provvedimento"Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma della giustizia penale. Dopo un primo momento di stallo dovuto alle divisioni politiche su alcuni punti del testo, è intervenuto il premier Mario Draghi a sbrogliare la matassa chiedendo alle forze politiche di maggioranza il sostegno unanime alla riforma anche in sede di Parlamento. Richiesta che è stata accolta con il consenso di tutte le parti. Era stata Forza Italia, infatti, a volere una pausa per esaminare alcune delle modifiche apportate.
L'intervento del ministro Cartabia
"Veniamo da esperienze politiche diverse, esprimiamo bandiere identitarie, lo sforzo è stato quello di allontanarsi un poco datali bandiere” ma in modo tale “che tutti possano riconoscersi nel testo della riforma”, ha detto il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, illustrando gli emendamenti al Cdm. "Lo sforzo della riforma è stato dare un'immagine del processo penale, in cui tutti potessero riconoscersi”, ha aggiunto la Guardasigilli. La riforma del processo penale voluta da Cartabia punta a snellire i tempi della giustizia rendendoli compatibili con gli obiettivi del Pnrr e gli standard europei.
La posizione del M5S
Inizialmente la posizione dei pentastellati era di astenersi in sede di Cdm, di qui il ritardo nell’avvio della riunione. Il Movimento era spaccato sulla riforma della prescrizione, il nodo più delicato della riforma penale che arriverà il 23 luglio alla Camera dei deputati. Ma soprattutto bisognerà rispettare le scadenze fissate nel Pnrr per ottenere i fondi dall’Europa che spinge su un netto taglio delle lungaggini processuali.
I punti della riforma
I principali nodi affrontati dalla riforma della giustizia riguardano:
1. Tempi più stretti per la durata delle indagini preliminari
2. “Contingentamento” della obbligatorietà dell'azione penale e al capitolo sanzioni e riti alternativi
3. Ritorno “parziale” della prescrizione
Nel dettaglio, vengono accorciati i tempi delle indagini preliminari affidate al controllo del gip: termine di 6 mesi dalla data in cui l’indagato viene iscritto nel registro delle notizie di reato per le contravvenzioni. Per i delitti più gravi la proroga - che il pm potrà chiedere solo una volta - è di 18 mesi (narcotraffico, terrorismo e associazione mafiosa). Restano i 12 mesi per tutti gli altri reati. Il gip dovrà monitorare il rispetto dei tempi e potrà chiedere al pubblico ministero di decidere se procedere con il fascicolo o archiviare.
Per quanto riguarda l’Azione penale, le Procure non saranno più le sole titolari ma indicazioni arriveranno anche dal Parlamento.
E in tema di Giustizia riparativa la priorità della riforma è quella di dare un taglio drastico ai fascicoli penali riducendo così i tempi dei processi. Si punta quindi sulle sanzioni alternative come la “messa alla prova” che prevede la sospensione del processo per l’indagato e la possibilità di chiedere al giudice già nella fase delle indagini preliminari di svolgere lavori socialmente utili. Si spinge anche sui riti alternativi come il patteggiamento sempre nell’ottica di contrastare le lungaggini in sede penale.
Redazione
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