Riforma della Giustizia, Cartabia: stop alla prescrizione dopo il primo grado
Viene dichiarata l’improcedibilità se nei gradi successivi si supera il tempo limite: oggi i nodi da sciogliere sul tavolo del Consiglio dei ministriRiforma della giustizia, si riunisce oggi il Consiglio dei ministri per affrontare uno dei nodi più complessi del percorso del governo. E’ l’impegno più gravoso per il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ma non di certo l’unico. In contemporanea c’è l’appuntamento con i sindacati della polizia penitenziaria con cui il ministro si confronterà in merito alle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ai danni dei detenuti.
La riforma penale e i fondi del Recovery plan
Adesso sul tavolo del governo c’è anche la riforma penale che necessita di modifiche se si vuole avere l’ok dall’Europa ai fondi del Piano di ripresa e resilienza. La maggioranza che sostiene il premier Mario Draghi è divisa: il tema della discordia resta quello della prescrizione cancellata dopo la sentenza di primo grado. Il timore dell’Esecutivo è che non si arrivi a una mediazione tra i partiti. Ecco perché la Guardasigilli non ha presentato direttamente gli emendamenti al testo già in discussione alla Camera: l’obiettivo è evitare azioni politiche che metterebbero a rischio l’unità della maggioranza e in particolare i soldi del Recovery plan.
La prescrizione
La proposta di emendamento che il ministro Cartabia porterà in sede di Cdm prevede lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado per tutti gli imputati, senza alcuna distinzione tra assolti e condannati. Tuttavia, verrà dichiarata l’improcedibilità nel caso in cui nei gradi successivi verrà superato il tempo limite di due anni per l’appello e un anno per la Cassazione. La modifica consiste nel fatto che il reato resta ma viene bloccato il processo, sia pure in maniera definitiva. La Riforma Bonafede invece prevede che la prescrizione estingue il reato.
La reazione del Movimento 5 Stelle
Ma come reagirà il M5S a tali modifiche del testo? Ci sarebbero altri due punti che i grillini potrebbero accogliere di buon grado: il NO all’ipotesi dell’inappellabilità delle sentenze di primo grado da parte dei pm, e l’impossibilità da parte del Parlamento di indicare “criteri di priorità nell’esercizio dell’azione penale e nella trattazione dei processi”. Su questo secondo punto, la riforma dovrebbe regolamentare che eventuali indicazioni dovrebbero ricevere prima l’ok dal Csm (Consiglio superiore della magistratura).
Redazione
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