Recovery Fund, via libera delle Camere: l'Italia deve ripartire
Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’Italia riparte con 222 milioni di euro distribuiti per rilanciare il paese verso le sfide del futuro.Via libera alla camera per il decreto Covid che ottiene 309 sì, 20 no e 3 astenuti. Draghi replica: “è un giorno positivo per l’Italia”. Una svolta epocale, insomma, che rimetterà in moto il nostro paese in prospettiva di una ripartenza post-pandemia che interesserà il nostro paese in tutti i suoi settori produttivi.
Un piano per affrontare le fragilità del paese e risolvere quanti più problemi possibili per avere effetti economici e sociali entro i prossimi anni. Una manovra di vitale importanza che potrebbe portare all’Italia una boccata d’aria e lo slancio necessario ad affrontare il futuro con determinazione e cognizione di causa.
Soprannominato Piano nazionale di ripresa e resilienza, questa manovra porterà al nostro paese ben 222,1 miliardi che Mario Draghi e il Governo hanno già distribuito su diversi punti ritenuti fondamentale per la ripartenza e l’adattamento del paese alle nuove sfide europee e mondiali.
La struttura del Piano nazionale di ripresa e resilienza
Questo piano messo in campo dal Governo è articolato in 6 punti che sono ormai diventati il fulcro delle manovre. A cambiare potranno essere le risorse messe a disposizione per ognuna di esse ma non gli obiettivi e i settori di intervento.
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 40,73 miliardi
- Rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,33 miliardi
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 25,13 miliardi
- Istruzione e ricerca: 30,88 miliardi
- Inclusione e sociale: 19,81 miliardi
- Salute: 15,63 miliardi
Il centro del piano di ripresa messo in campo dall’Europa si basa su un concetto “semplice”: le riforme.
Quelle previste dal piano di Mario Draghi sono divise in riforme orizzontali, abilitanti e settoriali. Le prime riguardano Pubblica amministrazione e Giustizia. Quelle abilitanti riguardano i futuri investimenti e comprendono riforme di semplificazione, razionalizzazione della legislazione e promozione della concorrenza. Mentre quelle settoriali riguardano le innovazioni in ambiti specifici o interventi mirati a regolamentare l’efficienza in settoriali ben definiti.
Un piano ambizioso quello del Presidente del Consiglio Draghi e del Governo Italiano, ma sicuramente in linea con le misure europee e il bisogno globale di ripartire dopo quest’anno e mezzo di pandemia. Al centro di tutto c’è la rinascita dei settori produttivi del nostro paese e la determinazione ad essere sempre più vicini ai modelli economici virtuosi che delineeranno il futuro dell’Italia e dell’Europa.
Redazione
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