Chiara Ferragni mollata anche da Oreo, l'azienda prende le distanze
L'annuncio della compagnia di biscotti sulla fine della collaborazione con la nota influencer dopo le accuse di truffaLa recente controversia tra Oreo, Chiara Ferragni e il Codacons ha sollevato interrogativi sulla trasparenza della collaborazione e delle promesse di beneficenza legate alla "capsule collection limited edition Chiara Ferragni by Oreo". In risposta Mondelez Italia, la società titolare del marchio Oreo, ha chiarito che l'accordo di collaborazione non contemplava alcun accordo di beneficenza.
Anche Oreo abbandona Chiara Ferragni
La collaborazione prevedeva la creazione di un packaging in limited edition di Oreo Double disegnato da Chiara Ferragni, in vendita per un breve periodo a un prezzo equivalente al prodotto standard. Contestualmente veniva lanciata la capsule collection Oreo by Chiara Ferragni, comprendente abbigliamento in edizione limitata ispirato al biscotto Oreo. La società ha sottolineato che non era previsto alcun impegno benefico nell'accordo. La situazione ha preso una svolta inaspettata quando Chiara Ferragni, al di là dell'accordo commerciale, ha autonomamente deciso di donare parte del ricavato della vendita della capsule collection a iniziative contro il Coronavirus. In seguito a questa decisione anche Oreo ha annunciato una donazione a favore dell'emergenza Coronavirus. Il Codacons ha accolto i chiarimenti di Oreo, ma ha espresso la sua intenzione di ottenere ulteriori dettagli sulla donazione effettuata da Chiara Ferragni, chiedendo informazioni alle società coinvolte e al Ministero del Lavoro, competente per le raccolte fondi. In caso di mancata risposta il Codacons ha minacciato una possibile denuncia contro l'influencer.
Cosa aveva detto Ferragni sulle donazioni
L'influencer, al momento del lancio del prodotto, aveva dichiarato: “Il lancio della capsule collection doveva essere fatto settimane fa, ma l’emergenza sanitaria ha fatto slittare tutto. Abbiamo comunque deciso di proseguire con il progetto, visto l’impegno di tante persone che c’è stato dietro, scegliendo però di devolvere il 100% del ricavato per la lotta al Coronavirus. Se la comprate insomma, state facendo del bene. Questo è un altro contributo che spero di poter dare al mio Paese in un momento di difficoltà come questo”. La situazione evidenzia l'importanza della trasparenza nelle collaborazioni commerciali e delle accurate informazioni riguardo alle promesse di beneficenza, specialmente quando coinvolgono personaggi pubblici con un alto grado di influenza. Resta da vedere come si svilupperà la vicenda e se saranno forniti ulteriori chiarimenti sulle donazioni effettuate.
Redazione
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