Cannes, è il giorno di Bellocchio con "Marx può aspettare": domani la Palma d'oro
Il regista de "I pugni in tasca" parla del suo film autobiografico: "Oggi mi sento libero, ma non assolto per la morte di nostro fratello"Al festival di Cannes è il giorno di Marco Bellocchio. Il regista di Bobbio, classe 1939, già vincitore nel 2011 del Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia, domani riceve la Palma d'oro d'onore durante la serata di chiusura della 74esima edizione della kermesse ma intanto per stasera c’è grande attesa per la proiezione del suo film "Marx può aspettare".
Sulla premiere dice: “Mi fa stare non dico in ansia, ma mi fa palpitare, mi fa sentire più giovane, un così piccolo film nato per noi avere una così grande ribalta”. La Palma d'oro d'onore “mi fa felice - aggiunge Bellocchio - ma non la considero un premio di risarcimento, perché io qui ho avuto sempre enormi soddisfazioni, tra cui la doppia Palma d'oro agli interpreti di Salto nel vuoto, Michel Piccoli e Anouk Aimee".
Un film autobiografico
Il regista del film manifesto “I pugni in tasca” parla del suo ultimo lavoro “Marx può aspettare” come "un'ultima occasione per fare i conti con qualcosa che era stato censurato, nascosto a tutti noi, da me e dalla mia famiglia”. Bellocchio spiega come è nato il lungometraggio: “Prima abbiamo organizzato un pranzo al circolo dell'Unione a Piacenza che mio padre aveva fondato. Capii subito che non mi interessava fare una cosa nostalgica, tenera con chi restava della mia famiglia, mia sorella, i miei fratelli, ma che il focus sarebbe diventato 'il grande assente' ossia Camillo, il mio gemello suicida a 26 anni nel 1968".
Il film uscito in sala con 01, coprodotto da Kavac Film e Rai Cinema con Tenderstories, ha un titolo autobiografico: "Marx può aspettare" è una frase detta dal fratello a Marco Bellocchio. Alla richiesta di aiutarlo a trovare un lavoro la risposta del regista fu: "Potrai riscattare la tua infelicità entrando nella lotta rivoluzionaria".
Il regista: "Ora mi sento libero"
Bellocchio rivela di sentirsi “finalmente libero, quasi alleggerito, anche capace di fare dello spirito”. Tuttavia "non assolto per la morte di nostro fratello". Anche in altri suoi film del passato “ci sono stati riferimenti a lui, in particolare con Gli occhi, la bocca, ma di quel film non sono mai stato soddisfatto - dice - prima di tutto era ancora in vita mia madre, e in secondo luogo c’era l’impegno politico che mi impediva di dire tutta la verità”.
Redazione
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