Brexit, il passo indietro di Johnson sui lavoratori stranieri
Gran Bretagna, carenza di lavoratori e nuove misure del governo per arginare la crisi post-BrexitBrexit, il Regno Unito in difficoltà per mancanza di manodopera, il governo decide di concedere più di 10mila visti temporanei agli immigrati dall’Europa. Parliamo, certamente, di visti provvisori per 5mila conducenti di veicoli pesanti per il trasporto di carburante e generi alimentari e più di 5mila dedicati agli allevatori che si occupano principalmente di pollame ed affini.
E il Governo cerca di correre ai ripari con una manovra che, seppur provvisoria, dovrebbe dare un po’ di respiro al paese duramente colpito da questa mancanza di manodopera senza precedenti che ha interessato principalmente gli autotrasportatori con un’emorragia di oltre 100mila posti di lavoro.
Al momento si parla di visti di tre mesi, da ottobre e fino al prossimo Natale; pensati principalmente per la filiera degli approvvigionamenti che saranno sotto pressione nei prossimi mesi proprio per “colpa” di Natale.
Per molti è una misura insufficiente, soprattutto perché i visti hanno una durata di soli tre mesi che avrà il solo scopo di tamponare momentaneamente la situazione ma senza risolvere effettivamente il problema. A questo proposito il Governo sta lavorando per programmi che prevedono aumenti salariali, esami più semplici per le patenti, raddoppio delle patenti di guida e via dicendo.
Brexit, i primi problemi per l’economia del paese
E se l’idea della Brexit era quella di avere una sorta di indipendenza dall’Europa e da tutto ciò che riguarda il vecchio continente, i programmi di Boris Johnson sembrano procedere a rilento, tra carenza di manodopera, carburante e materie prime di importazione. Il governo rassicura di essere a lavoro su soluzioni rapide e di non essere in difficoltà, eppure le file alle pompe di benzina dicono altro, così come gli scaffali vuoti dentro i supermercati.
Non una crisi grave, certo, ma sicuramente le prive avvisaglie che qualcosa nel progetto di uscire dall’Europa non ha funzionato a dovere. L’idea è quella di essere sempre più indipendenti, dando vita a un nuovo sistema economico e produttivo che favorisca, ovviamente, l’inserimento di persone interne al paese e formate per alcuni ruoli specifici. Tuttavia questo potrebbe essere un percorso complicato e piuttosto lungo e, nel mentre, il paese potrebbe subire ritardi e carenze in più settori.
I prossimi mesi saranno cruciali per il paese, soprattutto in vista del Natale e del conseguente aumento nella produzione in più settori; passata la fase critica, potenzialmente già dal prossimo anno si potrà tornare a una sorta di normalità, questo sempre se le misure messe in pratica funzioneranno in tempi brevi e senza ulteriori intoppi.
Redazione
Italia Regno Unito - Brexit - Boris Johnson