Brutte notizie per Zlatan Ibrahimovic che, dopo l’espulsione a Parma, torna all’attenzione della cronaca con accuse decisamente gravi. Sembra infatti che il giocatore sia stato accusato dal quotidiano Aftonbladet di aver violato il codice etico di Fifa e Uefa, perché “felice” possessore di alcune azioni del marchio di scommesse Bethard.com. Il brand, con sede a Malta, si occupa ovviamente di scommesse sportive ma, da regolamento, i giocatori che partecipano alle competizioni Fifa e Uefa non possono avere attività e interessi finanziari del genere. In risposta alle domande dei giornalisti, Erik Skarp, AD di Bethard.com, ha confermato che Ibrahimovic è realmente il possessore di alcune quote di Gameday Group PLC, l’unico azionista di Bethard.com, confermando di fatto le accuse mosse da Aftonbladet. Intanto non sono ancora arrivati i commenti del giocatore del Milan che, data anche la violazione della zona rossa a Milano, potrebbe essere rimosso anche come testimonial della campagna pro-vaccini in Lombardia.
Il regolamento di Fifa e Uefa
Riguardo l’argomento in questione le regole delle due federazioni calcistiche sono molto chiare e si applicano a tutte le partite, anche quelle di qualificazione ai mondiali e per l’Europa League.
Intanto Zlatan Ibrahimovic, è appena tornato a Milano dopo il match giocato con la nazionale svedese e dopo quello giocato col Milan per le qualificazioni in Europa, trovandosi potenzialmente costretto a doversi difendere della accuse mosse dalla stampa.
Se queste accuse fossero confermate anche dalle federazioni il giocatore rischia una multa dalla Fifa di oltre 100 mila euro con la possibilità di un’eventuale sospensione da tutte le attività del mondo del calcio per un massimo di tre anni. Una punizione severissima per un fatto che non può assolutamente essere considerato una svista, anche se in ballo c’è uno dei calciatori più apprezzati del momento. Al momento il giocatore e la squadra non si sono ancora pronunciati al riguardo, probabilmente ulteriori dichiarazioni arriveranno una volta che le accuse venissero confermate o smentite da Fifa e Uefa.