Giuseppe Conte e Luigi di Maio, tornano a confrontarsi sui temi interni al Movimento 5 Stelle e confermano il supporto e il sostegno reciproco. Secondo molti i continui dialoghi tra l’ex Premier e l’ex capo politico pentastellato sono un modo per “non pestarsi i piedi a vicenda”, ma i due smentiscono e confermano rapporti di lavoro civili.
A pochi giorni dalla lettera di Di Maio sulle pagine de Il Foglio, continua ad agitare la base Cinque Stelle, ancora orfana di un leader. Da parte sua Conte, designato come capo del Movimento ideale, continua la sua battaglia contro Rousseau, nella speranza che il verdetto del Garante della Privacy vada a suo vantaggio e costringa Casaleggio a consegnargli i dati degli iscritti alla piattaforma.
Ma il nervosismo resta, perché il M5S è ancora orfano di una figura che possa guidarlo oltre questa fase critica e èlacare finalmente gli animi. E intanto si diffondono le voci di un probabile Di Maio capo politico, anche se tutti si affrettano a smentire, assicurando che il Ministro degli Esteri non punta a fare il capo ma solo a far sentire la sua voce in un momento delicato per il Movimento che sembra aver perso (quasi) tutta la sua energia primigenia a beneficio di tanti e complessi cambiamenti.
Nuovo M5S, ipotesi di cambiamento
Da parte sua Conte, parla già come il presunto leader dei Cinque Stelle, causando però molta confusione e spiazzando molti deputati e senatori. Ma Di Maio continua a dare pieno sostegno all’ex Premier e, nonostante le prime avvisaglie di malcontento i due sembrano procedere per la loro strada. Ancora nessuna conferma, forse si attenderà l’esito dell’affare Rousseau, ma se Conte diventasse il leader del Movimento, Di Maio gli darebbe l’appoggio che serve, soprattutto per dare una linea chiara ai valori del NUOVO M5S.
Insomma, al momento si parla solo di ipotesi e si cerca di tranquillizzare gli esponenti, anche se non sembra che ci sia molta chiarezza nelle dichiarazioni che, anzi, sembrano arrivare un po’ a caso. L’unica certezza su cui tutti sono d’accordo è il bisogno di una figura che sappia indicare la nuova rotta del Movimento. Non servono “sabotatori” o quelli che gettano benzina sul fuoco: serve unità. Ma se è vero che tutto cambia allora sta cambiando anche l’idea alla base del Movimento e quella “coesione” che ha caratterizzato la nascita del progetto. A tal proposito sono solo 78 su 237 i parlamentari che hanno versato i famosi 1000 euro per dare vita al progetto di Giuseppe Conte; tra questi sembra non figurare Di Maio. Staremo a vedere quale sarà il futuro del M5S, al momento sembra che i due leader ci saranno, resta solo da capire per fare cosa.