Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, le Pari Opportunità e la Natalità del
governo Meloni, è stata ospite della trasmissione
Agenda su
Sky Tg24. La donna ha spiegato alcune delle ultime manovre economiche, in particolare quelle relative all’
Iva sui prodotti per l’infanzia.
La ministra Roccella: "Con Draghi l'Iva era più alta"
La donna si è difesa così dalle critiche dell’opinione pubblica per il recente aumento dell’Iva su alcuni prodotti: “Noi abbiamo diminuito di molto, dal 22% al 5%, l'Iva sui prodotti per la prima infanzia ed anche per i prodotti sanitari femminili, e abbiamo visto che questo sconto che doveva riverberarsi sui consumatori invece non ha avuto questo esito. Quindi abbiamo pensato di ritoccare la misura. Quando si dice l'abbiamo aumentata, non è vero. L'abbiamo comunque diminuita: fino al Governo Draghi l'Iva sui prodotti per la prima infanzia era al 22% oggi è al 10%, comunque c'è stato un dimezzamento”.
Roccella: "Le mamme non devono essere penalizzate"
La ministra ha quindi spiegato gli interventi del governo in favore delle famiglie: “Credo che sia in assoluto la prima volta in cui in due finanziarie consecutive mettiamo un miliardo mezzo nella scorsa e un miliardo in questa sulla famiglia, sulle donne e sulla libertà delle donne di fare figli se li vogliono e quindi di non avere penalizzazioni se diventano mamme. La decontribuzione ha una valenza sperimentale e lo abbiamo detto fin dall'inizio. E sin dall'inizio la durata era di un anno. La misura dura tre anni, per il secondo figlio dura un anno e vedremo nella prossima finanziaria se è il caso di rifinanziarla”.
Roccella: "Presto una manvora per le mamme lavoratrici"
Roccella si è infine espressa sulla situazione delle donne incinte nel mondo del lavoro: “Se vogliamo invertire il trend o almeno fermare la crisi demografica dobbiamo tutti fare qualcosa. Il Governo deve fare la sua parte, ma chiediamo alle imprese di indirizzare il welfare verso la genitorialità e un clima di lavoro amichevole nei confronti dei genitori, madri e padri. C’è un tasso troppo elevato di dimissioni da parte delle donne, dopo il primo figlio e molto più elevato il secondo figlio, vogliamo evitarlo. Questo patto delle imprese per la maternità sarà sottoscritto il 7 novembre da una cinquantina di aziende, ci sarà anche la ministra del lavoro Calderone. In questo modo le donne potranno non perdere la progressione di carriera e il proprio ruolo all'interno dell'azienda dopo una maternità. Verrà poi introdotta una certa flessibilità, cioè la possibilità di essere valutate non solo se sono presenti in azienda, ma sugli obiettivi”.