Ddl Zan, chiesto un accordo di revisione da parte del Vaticano in quanto il disegno di legge “violerebbe il Concordato”. Così l’ambasciata italiana presso la Santa Sede scrive in una nota stampa diffusa nelle scorse ore. L’intervento del Vaticano fa riflettere ed è anche un atto senza precedenti, in quanto non è mai successo che la Santa Sede intervenisse nell’iter di approvazione di una legge italiana. Di fatto si starebbero esercitando le facoltà che derivano dai
Patti Lateranensi, dall’altra si sta in qualche modo facendo “pressione morale” su una legge che la Chiesa ritiene “controversa”.
E sono proprio alcuni contenuti del Ddl Zan che fanno discutere la chiesa tra cui la proposta che le scuole cattoliche NON sarebbero esentate dall’organizzare una giornata contro l’omofobia, ad esempio. Cerca di correre ai ripari il Vaticano, soprattutto nei confronti di quei cattolici più “radicali” che non accettano molte di queste proposte e, anzi, sono fermamente contrari ai principi di uguaglianza che (secondo loro) andrebbero contro i precetti della chiesa e delle Sacre Scritture. La chiesa chiede, dunque, buon senso allo Stato Italiano e di accogliere le preoccupazioni espresse per “rivedere” alcuni punti della legge e, nel caso, cambiarli.
Ddl Zan, le risposte della politica alla chiesa
Non sono mancate le prime risposte della politica alle richieste della Santa Sede. Chiaramente
Matteo Salvini, da sempre contrario al Ddl Zan ha detto che ognuno deve essere libero di amare chi vuole ma non si può mettere il bavaglio alla libertà di opinione. Il leader della Lega si dice anche aperto a un tavolo di confronto per trovare “un punto di accordo” che tuteli le persone dalle discriminazioni.
Dall’altra parte il segretario del
PD, Enrico Letta, ha confermato il pieno sostegno del partito alla Legge Zan, anche se si dicono disponibili al dialogo ma senza intervenire a cambiare quelli che sono i punti focali di una “legge di civiltà”.
Continua così l’odissea di una legge tanto ostracizzata che, addirittura, ha richiesto al Vaticano di ritirare fuori i vecchi Patti Lateranensi che, ricordiamolo, risalgono al 1929 con una revisione nel 1984. Eppure nonostante tutti si dicano aperti al dialogo e al confronto, il Ddl Zan non va giù a molti e le intenzioni di una società più uguale, dove tutti abbiano gli stessi diritti, al momento restano solo parole. Vedremo nelle prossime settimane cosa succederà e se il Ddl Zan sarà finalmente approvato o dovrà subire l’ennesimo rinvio a data da destinarsi.