Secondo alcune indiscrezioni apparse sui media, l’Italia sarebbe in ritardo, rispetto alla scadenza del prossimo 30 aprile, per presentare all’UE il Piano nazionale di rilancio e resilienza necessario per accedere ai fondi europei.
Palazzo Chigi smentisce prontamente la notizia, rassicurando Bruxelles che non ci sarà nessun possibile slittamento fino alla metà di maggio. Secondo la ‘road map’ già stabilita, il presidente del Consiglio Mario Draghi illustrerà il PNRR alle Camere il 26 e 27 aprile e prima di quella data avverrà anche un passaggio in Consiglio dei ministri.
Secondo quanto riporta però l’agenzia Reuters, citando due fonti vicino al dossier, la Commissione Ue non sarebbe soddisfatta circa alcuni aspetti delle bozze al momento inviate dal governo italiano a Bruxelles. “La Commissione non è soddisfatta del piano di ripresa così com’è”, ha affermato una delle fonti, che ha chiesto di rimanere nell’anonimato per via della delicatezza della questione. La fonte ha anche detto che Draghi presenterà il piano presumibilmente intorno a metà maggio, ma potrebbe essere necessario addirittura un periodo ulteriore per superare le obiezioni della Commissione.
Perché la Commissione Ue non sarebbe soddisfatta
Come riporta il Fatto Quotidiano, una delle principali preoccupazioni di Bruxelles sarebbe legata alla mancanza di dettagli sull'effettiva gestione del piano, una volta incassata l’approvazione dell’UE; a destare perplessità è inoltre la sostanza di alcune delle riforme delineate, tra cui quella del sistema giudiziario. Un’altra fonte riportata da Reuters ha anche detto che Bruxelles chiede modifiche al piano che necessitano di tempo, ecco perché la metà di maggio appare quindi come una scadenza plausibile.
Come verrà definito il Piano nazionale
Secondo ad alcune fonti governative, la gestione e organizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbe essere regolata da un decreto ad hoc. La questione è infatti ancora in corso di valutazione e si deciderà in merito nei prossimi giorni. In caso si voglia procedere, il provvedimento dovrebbe passare al vaglio del consiglio dei ministri insieme al Pnrr. Per quello che concerne invece il decreto Imprese, sempre in base a quanto si apprende dalle stesse fonti, l’obiettivo è di vararlo appena dopo il Recovery ma sempre entro la fine del mese.
Come si procede in Europa
Tra prestiti e trasferimenti, il Recovery Fund vale in tutto 750 miliardi di euro. Tutti i 27 paesi dell’Ue stanno lavorando ai rispettivi piani nazionali per stabilire in che modo spendere la propria quota. All’Italia spetta la fetta più cospicua, quasi 200 miliardi, ecco perché c’è tanta attenzione sulla redazione del piano, molto complesso e articolato. In merito alla presentazione nei termini, in queste settimane il governo Draghi non ha mai parlato di un possibile ritardo.
Secondo quanto riportato da una portavoce della Commissione, non ci sarebbero commenti particolari da fare sul piano italiano, sottolineando invece come la messa a punto dei progetti sia impegnativa per tutti i paesi coinvolti. Per questo alcuni “potrebbero aver bisogno di qualche settimana in più”, anche perché “la qualità dei progetti dovrebbe essere la vera priorità”. Il portavoce ha anche specificato che la Commissione “dialoga intensamente” con tutti i paesi in merito alla stesura dei rispettivi piani”. Come riporta ancora il Fatto Quotidiano, nei giorni scorsi il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha dichiarato che alcuni stati non rispetteranno la data del 30 aprile, senza però specificare quali. Il rispetto delle scadenze permetterebbe di ricevere le prime erogazioni di fondi a partire dal prossimo luglio.