"Ma se fosse stato un giornalista dissidente russo, o iraniano, ad essere ucciso, fatto a pezzi o sciolto nell'acido, dopo essere entrato nel consolato del proprio Paese, cosa sarebbe successo? Le sanzioni sarebbero già partite o no? La comunità internazionale si sarebbe espressa con forza o no?
Qualcosa forse si sta muovendo tuttavia l'Arabia Saudita gode ancora di un'assurda immunità. Perché? Perché compra armi in tutto il mondo, dagli USA all'Italia! E allora dei diritti violati in quel paese - salvo rare eccezioni - non importa a nessuno. La maggior parte dei giornali italiani tace sull'atroce crisi umanitaria che sta vivendo la popolazione dello Yemen ma è pronta ad accusare la Russia di qualsiasi efferatezza. Io continuo a sostenere che le sanzioni alla Russia non abbiano nulla a che vedere con i diritti umani in quel paese. Si tratta di geopolitica, punto. E' nell'interesse dell'Italia e, a mio modo di vedere, del mondo intero, smetterla una volta per tutte con queste sanzioni e tornare a vedere la Russia come un interlocutore fondamentale anche in ottica di lotta al terrorismo internazionale.
L'Unione Europea prova a mostrare i muscoli (il cervello quando?) se l'Italia cerca una via diversa per uscire dal pantano economico ma si è dimostrata suddita di interessi altrui quando ha imposto le sanzioni alla Russia.
P.S. Pare che alcuni resti del giornalista saudita Khashoggi siano stati trovato a casa del console dell'Arabia Saudita in Turchia. Vedremo se la notizia verrà confermata o meno. Quel che è certo è che è stato ammazzato nel proprio consolato e la storia della colluttazione finita in tragedia non se la beve nessuno". Così il pentastellato Alessandro Di Battista ha commentato su Facebook la vicenda dl giornalista ucciso dopo essere entrato nel consolato del proprio paese per avvalorare la tesi secondo cui le sanzioni alla Russia dovrebbero essere rimosse.