Ddl Zan, ancora tutto fermo e sembra che non ci siano ancora segnali al riguardo. Così il capogruppo di
Italia Viva al Senato parla di come il decreto sia ancora in una posizione di stallo e ben lontano dall’intesa sul testo. Sembra infatti che mancherebbe un accordo politico al riguardo e che, quindi, l’approvazione potrebbe arrivare dopo la pausa estiva.
Renzi vorrebbe prendere parola al riguardo martedì prossimo prima della riunione ma, probabilmente, non serviranno a molto le parole del leader di IV che vorrebbe presentare i propri emendamenti. Eppure la posizione del partito è ambigua con alcuni che vorrebbero votare a favore e Renzi che continua a cambiare opinione, tendendo la mano ora a
Salvini e ora alla fazione opposta. Il punto del discorso però è questa ambiguità di fondo per la quale nessuno sembra volersi assumere la responsabilità in merito al Ddl Zan; probabilmente quando sarà il momento bisognerà tenere conto del voto (e della coscienza) dei singoli Senatori.
Ddl Zan, probabile slittamento a dopo la pausa estiva
E nessuno si sbilancia su come e quando; la Lega da parte sua si limita ad alzare barricate ovviamente raccogliendo i consensi da buona parte del centrodestra, fermamente contrario al decreto. La cosa che mette in crisi eventuali pronostici è il fatto che si potrebbe giocare su una manciata di singoli voti l’approvazione o meno del Ddl Zan, tra chi inaspettatamente si dice favorevole, molte assenze e ambiguità nei vari schieramenti.
Sono in molti a chiedere più tempo e a far passare “altre priorità” come il Cda Rai, ad esempio, che dovrà essere votato la prossima settimana insieme ad altri decreti in scadenza.
Ed è così che tra silenzi e astensioni la legge contro l’omotransfobia potrebbe ottimisticamente slittare a dopo la pausa estiva. Tutto cambierebbe nel caso si raggiungesse un qualche accordo politico ma sembra che nessuno voglia fare previsioni al riguardo, anche perché la situazione è più spinosa che mai.
Tutto è possibile ma difficilmente la cosa si risolverà in tempi brevi, soprattutto perché alla base di tutto manca un accordo solido tra le forze di governo.