La Carbonara è la pasta preferita da quasi un giovane italiano su cinque (18%), davanti alla pasta al forno e agli spaghetti al pomodoro, le tre ricette del cuore dei 15-35enni. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Doxa in occasione del #carbonaraday per celebrare in tutto il mondo uno dei piatti più rappresentativi della tradizione culinaria nazionale.
Un appuntamento festeggiato nelle case, nei ristoranti, negli agriturismi e nei mercati come a Campagna Amica al Circo Massimo in via San Teodoro 74 dove gli agricoltori e i pastori della Coldiretti hanno previsto lezioni ad hoc degli agrichef con la vera ricetta contadina e inserito la carbonara nel menu del giorno.
Una occasione in più per partecipare all’importante iniziativa è offerta – sottolinea la Coldiretti – dall’opportunità di sostenere la giusta battaglia dei pastori con il consumo di pecorino romano che è uno degli ingredienti indispensabili della ricetta. Un aiuto per gli oltre undicimila allevamenti impegnati in Sardegna, nel Lazio e in provincia di Grosseto ad allevare le greggi dai quali si ottiene il latte trasformato in Pecorino Romano, impegnati in una giusta battaglia per una adeguata remunerazione.
La carbonara è un primo piatto tipico della cucina laziale a base di uova, guanciale, pecorino romano grattugiato e pepe. Tra gli errori più comuni commessi in Italia – spiega la Coldiretti – ci sono quelli di usare la pancetta al posto del guanciale e di sostituire il pecorino romano con formaggi anonimi. Un rischio molto diffuso all’estero dove – riferisce la Coldiretti – viene utilizzato spesso il cosiddetto “Romano cheese” che, oltre a non rispettare il rigoroso disciplinare di produzione, viene addirittura ottenuto negli Stati Uniti e in Canada dal latte di mucca e non di pecora. Da evitare le fantasiose varianti come lo scandaloso miscuglio di ingredienti della video-ricetta francese delle ‘farfalle alla carbonara’ con le cipolle ed anche il tuorlo di un uovo aggiunto alla fine della preparazione che ha suscitato disgusto e indignazione in tutto il mondo, ma anche l’assurda abitudine belga di sostituire il pecorino con la panna, un orrore commesso anche dagli inglesi.
Una recente innovazione – riferisce la Coldiretti – è invece la pasta carbonara “patriottica” che utilizza solo ingredienti nazionali. Oltre al pecorino romano Dop anche la pasta di grano italiano al 100% e il guanciale da maiali allevati nella Penisola come le galline dalle quali si ottengono le uova.
L’origine del nome incerta, dai movimenti carbonari a Carbonia, località sarda originaria di un cuoco che lavorava a Roma, fino all’aspetto conferito dal pepe che, aggiunto alla pasta, assomiglia al carbone. Per preparare la ricetta tradizionale occorre tagliare il guanciale a dadini e rosolarlo in una padella con poco olio fino a farlo divenire trasparente mentre a parte si grattugia il pecorino romano da aggiungere in una terrina con due uova sbattute e una manciata di pepe, amalgamando gli ingredienti per ottenere un condimento cremoso.
La pasta cotta – conclude la Coldiretti – deve essere versata in padella e fatta saltare con il guanciale per un minuto per poi aggiungere il condimento mescolando molto rapidamente con il cucchiaio di legno per poi spegnere il fuoco e servire la pasta.