A prima vista è un autoarticolato lungo 13 metri come tutti gli altri, come le centinaia di migliaia di mezzi pesanti che circolano sulle strade europee. Eppure nel rimorchio racchiude una tecnologia all’avanguardia: il sistema “Raptor”, che esegue il monitoraggio delle pavimentazioni stradali, raccogliendo ed elaborando dati sulle caratteristiche strutturali del rilevato, del conglomerato e del tappeto di usura. In pratica si effettua una vera e propria radiografia dello stato di salute attuale delle arterie urbane ed extraurbane, con la previsione della vita utile residua, cioè del momento in cui la pavimentazione cederà e dovrà essere rifatta.
La sofisticatissima tecnologia è stata studiata e sviluppata dall’azienda danese Dynatest in collaborazione con la Denmark Technical University e con l’Università di Pisa.
Il progetto AWAPAE-Advanced and widely available pavement assessment tools for infrastructure evaluation, da cui è scaturita la tecnologia, è monitorato dalla amministrazioni comunali di Firenze e di Copenaghen ed è in fase di sperimentazione in alcune arterie a grande scorrimento di Roma e in alcune strade statali. Il Servizio viabilità di questa Città metropolitana è interessato alla tecnologia e il 23 luglio scorso ha invitato i tecnici della Dynatest e del progetto AWAPAE ad effettuare una prova di monitoraggio sulla strada provinciale 24 dall’inizio della variante Pianezza-Alpignano a Caprie.
Nessuna deformazione sfugge ai precisissimi laser che raccolgono dati a 30 centimetri dall’asfalto e li inviano al software che li elabora in una serie di funzioni che descrivono il mondo in cui il manto stradale reagisce alla sollecitazione dovuta al passaggio di un TIR. La tecnologia è in fase di test anche in Svizzera, in Austria e, ovviamente, in Danimarca. Conoscere in anticipo lo stato della pavimentazione stradale consente di programmare gli interventi di manutenzione straordinari, conoscendo con esattezza la resistenza e le criticità del manto, cioè le fessurazioni non ancora visibili a livello superficiale ma suscettibili di pregiudicare la percorribilità a breve e medio termine. L’innovativo sistema di monitoraggio ha già suscitato l’interesse e l’attenzione dell’ANAS e di altri Enti che gestiscono strade urbane ed extraurbane che sopportano il traffico pesante. Se la tecnologia si dimostrerà efficace, grazie ad un investimento tutto sommato modesto, sarà possibile ottimizzare l’impiego delle risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Il monitoraggio è semplice e veloce: sulle strade extraurbane il mezzo che trasporta l’apparecchiatura che raccoglie ed elabora i dati può viaggiare fino alla velocità di 80 Km orari come un normale autoarticolato, senza intralciare minimamente il traffico.
Una volta elaborati i dati raccolti, per ogni strada viene stilata una sorta di diagnosi, con l’individuazione dei punti critici in cui si deve intervenire, secondo una graduatoria di urgenza e gravità delle anomalie da affrontare.