Hisam Abu Harbid, comandante della Jihad islamica è stato ucciso in un raid aereo. A dare conferma della morte è lo stesso esercito israeliano che in una nota diffusa ha celebrato il successo dell’operazione. Con addosso la divisa da oltre 15 anni, Hisam Abu Harbid è stato tra i principali responsabili del lancio di missili della scorsa settimana. Al momento i jihadisti non hanno ancora commentato la morte del loro leader che, nel novembre del 2019, aveva preso il posto di Baha Abu al-Ata, dopo la sua uccisione.
Continuano
le operazioni sulla Striscia di Gaza, con il lancio di razzi che procede a ritmi serrati e il numero di morti e di feriti che cresce di ora in ora. Intanto Israele ha pubblicato sui suoi social il video della morte di Hisam Abu Harbid, ripreso dall’alto mentre i missili piovono sulla sua casa.
La situazione sulla Striscia di Gaza è sempre più tesa
L’uccisione del leader della Jihad islamica va sicuramente a complicare
una situazione già molto tesa sulla Striscia di Gaza. Nonostante la fazione non abbia ancora ufficialmente commentato l’accaduto, sicuramente ci sarà una rappresaglia che potrebbe portare a ulteriori attacchi missilistici, ulteriore devastazione e ulteriori morti.
Intanto poche ore fa La Jihad Islamica Palestinese, con il suo arsenale di armi e missili, ha minacciato di colpire nel pomeriggio la sede della Knesset, il Parlamento israeliano a Gerusalemme. Non ci sono ancora conferme sull’attacco ma probabilmente si provvederà ad evacuare al più presto la zona per evitare ulteriore spargimento di sangue. Sembra che tra gli obiettivi della Jihad Palestinese ci sia anche il porto di Haifa. Secondo fonti interne, sembra che questo gruppo sia ancora più radicale di Hamas e dovrebbe avere a disposizione un ingente quantitativo di razzi, pronti ad essere dispiegati sulla Striscia di Gaza.
La situazione è più tesa che mai e si attendono le prossime ore per vedere se gli attacchi saranno confermati e se, eventualmente, seguirà un qualche tipo di rappresaglia. La popolazione civile della Striscia, intanto, è allo stremo delle forze e chiede a gran voce una tregua a cui, però, nessuno presta ascolto.