Per la
strage di Mottarone si indaga per omicidio colposo plurimo, lesione gravissime e disastro colposo a confermarlo è la Procura di Verbania. Intanto, nella notte di ieri 25 maggio sono state fermate tre persone: Luigi Nerini,proprietario della società che gestisce l'impianto, la Ferrovie Mottarone srl, il direttore e il capo operativo del servizio.
Il fermo è stato disposto dal procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che insieme al pm Laura Carrera hanno portato avanti le indagini dei carabinieri. Dopo il fermo, si è svolto un interrogatorio nella notte, durato circa 12 ore, e che ha coinvolto dipendenti e tecnici dell'impianto.
Le indagini e il fermo
Dalle indagini è emerso che la cabina precipitata nel vuoto aveva il sistema di emergenza dei freni manomesso volontariamente; nello specifico, dicono gli inquirenti, il "forchettone", cioè il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni, ossia gli elementi che in caso di emergenza devono bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainante, non è stato rimosso. Perché è stato manomesso il sistema di emergenza? Gli indagati hanno confermato che volevano evitare disservizi e blocchi della funivia, che da quando aveva ripreso servizio, circa un mese, presentava "anomalie".
Nei confronti delle tre persone fermate, la procura di Verbania, durante le prossime ore, chiederà la convalida del fermo e la misura cautelare.
Intanto, le indagini sulla strage della funivia del Mottarone non si sono concluse, e la procura di Verbania vuole indagare e valutare il possibile coinvolgimento nei fatti di altre persone. La tragedia ha spezzato la vita a 14 persone, ben 5 famiglie distrutte; l’unico superstite è un bimbo di 5 anni, Eitan, attualmente ricoverato presso l’ospedale di Torino in condizioni stabili.