Al Tribunale al Cairo per l’ennesima udienza, presenti diplomatici italiani e Usa-Gb
L'udienza sulla custodia cautelare di Patrick Zaki si è conclusa e la relativa notizia è arrivata nel pomeriggio di ieri domenica 22 agosto, ma non è stato possibile conoscere subito l’esito della decisione presa dai magistrati alla fine dell’udienza stessa.
Il Cairo ha fornito comunque tutte le informazioni al riguardo e, per l'occasione, si è saputo che diplomatici delle Ambasciate di Italia, Regno Unito e Usa hanno depositato una comunicazione scritta per segnalare al giudice l'interesse e la volontà dei corpi diplomatici di riprendere ad assistere alle udienze, questo per la delicatezza e la criticità del caso.
Da mesi, infatti, non e' più consentito ad organi e soggetti esterni, diplomatici compresi, l'accesso al Tribunale per la sicurezza di Stato che risulta essere annesso al carcere di Torah.
I diplomatici, secondo quanto appreso, hanno potuto parlare con l'avvocatessa di Patrick Zaki, Hoda Nasrallah, per presentare l’istanza e provare ad ottenere una revoca delle precedenti prescrizioni più restrittive. Continua a essere intensa l'azione di sensibilizzazione per il rilascio di Patrick portata avanti nei confronti delle altre Ambasciate, da parte della rappresentanza diplomatica italiana.
"L'ennesima udienza per Patrick Zaki si è conclusa e ora, come succede sempre, iniziano lunghe ore di attesa per conoscerne l'esito. C'è da augurarsi che 18 mesi e mezzo di detenzione, senza potersi difendere, per Patrick possano essere sufficienti", dice all'ANSA Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. "Aspettiamo, sperando che per Patrick sia il momento in cui possa finire questo incubo".
Ieri sera la notizia che Zaki resta ancora in carcere in Egitto
La sera di domenica 22 agosto purtroppo si è appreso che è stata rinnovata la custodia cautelare in carcere di Patrick Zaki, in Egitto. "Un altro rinnovo, l'ennesimo, della tortura per Zaki", ha commentato il deputato del Pd Filippo Sensi, che su Twitter scrive: "Una ulteriore conferma che il governo italiano deve mettere in campo tutto quello che può e oltre per liberarlo da questo incubo. Finora poco, poco assai. Il Parlamento ha parlato, ora tocca all'esecutivo".