Non ci sarebbe stato nessun errore da parte del personale medico quando Michele Merlo si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale di Vergato. Si è conclusa l’indagine interna avviata dall’Ausl di Bologna relativa alla morte del cantante di Amici, colpito da una emorragia cerebrale causata da una leucemia fulminante e deceduto nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Maggiore. I risultati sono stati consegnati alla magistratura a cui spetterà l’ultima parola.
L’indagine dell’Ausl di Bologna
L'audit, riporta l'Ausl, "ha evidenziato alcune criticità sotto il profilo organizzativo rispetto all'Ospedale di Vergato, ma non di particolare gravità, confermando invece, in tutti i momenti, l'adeguatezza dei processi clinici e assistenziali". In particolare, dalla ricostruzione dell’Azienda sanitaria bolognese emergono i vari step assistenziali dal momento in cui Michele Merlo si è presentato al pronto soccorso con sintomi di emicrania e forte mal di gola.
Il pomeriggio del 2 giugno, riferisce l’Ausl, il 28enne è stato assistito dal medico di continuità assistenziale che alle 15,50 lo ha visitato "riscontrando un quadro patologico dell'apparato faringeo, prescrivendo quindi un farmaco antibiotico". Quasi 24 ore dopo, ovvero la sera seguente, il 118 è stato allertato da una chiamata, inviando l’ambulanza sul posto. Il cantante è stato quindi stabilizzato e trasferito d’urgenza al pronto soccorso del Maggiore con codice di massima gravità e ricoverato nel reparto di terapia intensiva. "Riscontratagli una grave emorragia cerebrale spontanea – si legge sul referto dell'Ausl - è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico urgente, eseguito alle 2.22 del 4 giugno".
Il fascicolo contro ignoti per omicidio colposo