Nel tardo pomeriggio di ieri 28 luglio 2018, un detenuto nord africano all'atto della scarcerazione dal carcere di Milano San Vittore ha aggredito con schiaffi e pugni, tre agenti della Polizia Penitenziaria in quanto, a suo dire, per favorirne l'uscita dal carcere avrebbero dovuto dargli una somma in danaro. I Poliziotti Penitenziari si sono dovuti recare al pronto soccorso del nosocomio San Giuseppe di Milano con divise strappate e imbrattate di sangue dove sono stati dichiarati guaribili con giorni 5 di prognosi s. c.. Il detenuto aggressore aveva terminato la pena per oltraggio e minacce a PP.UU..
A dare la notizie è L'O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci che dichiara. "Questi fatti, avvengono oramai soltanto nelle carceri italiane laddove i detenuti danno in escandescenze anche al fine di ricevere indebite somme in denaro pesino per lasciare la detenzione e, peraltro, come sempre a farne le spese sono i poliziotti penitenziari colpevoli di essere l'ultimo ostacolo alla completa illegalità del sistema penitenziario italiano. Peraltro - prosegue il leader dell'OSAPP - quanto di più grave è accaduto ieri nel carcere di Milano San Vittore riguarda il fatto che nessuno avrebbe accompagnato i Poliziotti Penitenziari contusi e sanguinanti al Pronto Soccorso in quanto a detta dei responsabili in quel momento presenti nella struttura le disposizioni Dipartimentali vigenti non consentirebbero l'utilizzo di mezzi dell'amministrazione per tali finalità.
Anche rispetto a quest'ultima circostanza - conclude Beneduci - chiediamo ai vertici dell'Amministrazione Penitenziaria centrale a partire dal Capo della stessa Francesco Basentini di fare piena luce anche rispetto alle eventuali e sanzionabili responsabilità del caso, mentre al Ministro della Giustizia Bonafede e ai Sottosegretari Ferraresi e Morrone si rinnova l'appello per l'adozione di misure e strumenti, quali ad esempio il teser idonei a prevenire la piaga delle aggressioni in danno dei poliziotti penitenziari all'interno delle carceri Italiane".