Un ennesimo caso di violenza familiare, poche ore dopo la condanna dei genitori che cercavano di "convertire" il figlio gay. Una madre è stata infatti condannata per aver costretto la figlia a una dieta estrema nella provincia di Como. La 54enne è stata giudicata colpevole di maltrattamenti in primo grado, con una pena di un anno e quattro mesi, sebbene la difesa abbia annunciato l'intenzione di presentare ricorso.
Madre condannata per maltrattamenti alla figlia
La vittima, una 16enne, è stata sottoposta da parte della madre a una rigida dieta, con l'obbligo di non superare i 47 chili. Il presunto motivo dietro questa pratica crudele era evitare problemi alla schiena della giovane. Tuttavia, durante il processo, la testimonianza della ragazza e la denuncia presentata da una zia hanno gettato luce sul fatto che la madre aveva oltrepassato i limiti, coinvolgendo la giovane in un ciclo di umiliazioni e insulti, definendola "grassa" e "brutta".
La difesa della madre, rappresentata dall'avvocato Alessandra Colombo Taccani, ha sostenuto che l'obiettivo della donna era tutelare la salute della figlia, ma il quadro delineato dalla testimonianza della giovane e della zia ha rivelato pratiche di maltrattamento ben al di là delle giustificazioni presentate. La madre avrebbe costretto la ragazza a pesarsi continuamente, applicando privazioni alimentari e infliggendo umiliazioni verbali.
La giustificazione della madre
Durante il processo, la difesa aveva chiesto l'assoluzione, proponendo come alternativa una derubricazione del reato in abuso di mezzi di correzione. L'avvocato difensore ha dichiarato di essere convinto di aver dimostrato l'assenza di maltrattamenti e ha espresso fiducia nella giustizia. La madre, afferma la difesa, avrebbe sempre agito per il bene della figlia, sottolineando la mancanza di elementi per contestare il presunto
maltrattamento. Il caso, che ha suscitato indignazione e preoccupazione per la sicurezza dei minori all'interno delle famiglie, evidenzia la necessità di una rigorosa valutazione dei
casi di maltrattamenti domestici e della protezione dei diritti dei bambini e adolescenti.