Terremoto sul “pianeta” Lega: Luca Morisi, ex social manager della Lega di Salvini, è finito sotto indagine per traffico di droga.
Le accuse
La procura di Verona ha indagato l'ex capo dei social della Lega e inventore della "Bestia" con l’accusa di cessione e detenzione di sostanze stupefacenti. Ma lui si giustifica e dice: "Non ho commesso reato".
L'ormai ex guru dei social network leghisti è stato indagato a Verona per cessione e detenzione di stupefacenti. Lo rivelano fonti ufficiali di stampa (Adkronos) venute in contatto con gli investigatori che hanno confermato l'indiscrezione. Luca Morisi è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Verona dopo che i carabinieri hanno trovato una sostanza liquida nella sua cascina a Belfiore e dopo che tre ragazzi fermati lo scorso agosto lo hanno accusato di aver ricevuto da lui sostanze stupefacenti.
Gli inquirenti stanno svolgendo accertamenti su quest'ultimo punto, ovvero sulla cessione delle sostanze. Proprio questo sarebbe il motivo del “passo indietro” di Morisi rispetto al suo ruolo nella Lega. Lo stesso indagato aveva scritto nella sua lettera di dimissioni del 23 settembre: "Ringrazio tutti per l'interesse e l'amicizia: sto bene, non c'è alcun problema politico, in questo periodo ho solo la necessità di staccare per un pò di tempo per questioni famigliari. Un abbraccio e ancora grazie".
Chiamato in causa anche Matteo Salvini, sul punto ha precisato: "Morisi? Le questioni personali per rispetto non le commento. Nessuna questione interna alla Lega”, tali dichiarazioni sono state rese in occasione di un convegno della Lega a Spoleto e confermano la versione iniziale fornita dallo stesso Morisi nel momento di lasciare il suo ruolo.
Le indagini e le dichiarazioni di Morisi
Oltre alle dichiarazioni sopra riportate, il leader leghista non ha precisato altro, dimostrando di rispettare la privacy di Morisi.
Fino a quando Luca Morisi non ha ufficializzato la sua uscita dalla Lega, la questione è riuscita a rimanere riservata, ma da ormai quattro giorni le voci in parlamento si rincorrevano con insistenza, a volte anche in modo fantasioso, finché non è stata data conferma dalla procura di Verona dell'indagine in corso.
Da giorni, Luca Morisi era tornato a Mantova, sua città natale, dove pare si fosse ritirato in segreto subito dopo aver lasciato il suo posto nel partito. Morisi non rispondeva a nessuno al telefono, nemmeno ai suoi colleghi di partito e non inviava già da tempo alcun post social da rilanciare.
Secondo alcune indiscrezioni, già dallo scorso agosto, Luca Morisi era stato messo sotto controllo dalle forze dell'ordine insieme ai tre ragazzi che sarebbero poi gli accusatori dell'ex gestore dei social network della Lega. Dai contatti di Morisi, gli inquirenti sono risaliti ai giovani che avrebbero fatto il nome di Morisi in un secondo momento, confermando le ipotesi investigative. A quel punto i carabinieri hanno effettuato una perquisizione nella cascina dell'uomo in provincia di Verona e qui sarebbe stata rinvenuta altra droga.
Sulla vicenda, nelle ultime ore Luca Morisi ha rilasciato una nota: "Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo: chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso". Quindi ha concluso: "Ho rassegnato il 1° settembre le dimissioni dai miei ruoli all'interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull'affetto delle persone che mi sono più vicine".