Una nuova tragedia sulle montagne, e questa volta sulla vetta del Gran Zebrù in provincia di Sondrio; le vittime due alpinisti di Bergamo di 47 e 55 anni.
L’incidente ha avuto luogo ieri, 19 maggio, verso mezzogiorno, mentre i due uomini si trovavano a circa 3600 metri di quota, precisamente lungo il Colle della Bottiglia al confine tra le province di Sondrio e di Bolzano, uno dei punti più belli e al tempo stesso difficili della vetta del Gran Zebrù.
Il distacco della valanga è stato letale per i due alpinisti, che sono stati travolti dalla neve che li ha fatti precipitare nel vuoto per circa 600 metri; i corpi sono stati recuperati sul versante altoatesino. Insieme a loro, vi erano altri due compagni che in quel preciso momento si trovavano più avanti e, di conseguenza, non sono rimasti coinvolti e hanno potuto dare subito l’allarme.
Sul posto è intervenuta la Stazione di Valfurva del Cnsas Lombardo, il Sagf - Soccorso alpino Guardia di Finanza di Bormio, e i Cnsas della squadra di Solda sul versante altoatesino. Inoltre, sono giunti in soccorso degli alpinisti anche gli elicotteri di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza), i Carabinieri locali e l’elisoccorso provinciale di Bolzano. I due uomini sopravvissuti alla furia della montagna sono stati raggiunti dalla squadra dei soccorsi e accompagnati a valle e accolti nel Rifugio Pizzini.
Il tragico record della vetta del Gran Zebrù
La vetta del Gran Zebrù è una delle più suggestive, e meta di alpinisti, appassionati di montagna ed escursionismo. Una montagna crudele, però, che ha mietuto diverse vittime nel corso degli anni; nel 2013 morirono ben 6 persone coinvolte in due gravi incidenti, nel 1997 persero la vita lungo lo stesso tratto di risalita 4 escursionisti, 2 turisti tedeschi e 1 guida alpina.