Italia - Il Comune di Foggia sciolto per mafia: "Favoriti gli interessi della criminalità"

Il Viminale: "Dalle indagini traspare un quadro inquietante". Lamorgese nomina una commissione straordinaria alla guida dell'ente

Fonte: Facebook

Redazione 06/08/2021 12:43

Il Consiglio dei ministri ha sciolto il Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose affidando ad una commissione straordinaria la gestione dell'ente. In base alle indagini svolte è emersa la presenza "di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti tra gli amministratori locali e la criminalità organizzata": di qui la decisione del Viminale. 
 
La commissione
Il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, ha proposto i membri che faranno parte della nuova Commissione in sede di Cdm. Questa sarà composta dal prefetto a riposo Marilisa Magno, dal viceprefetto Rachele Grandolfo e dal dirigente Sebastiano Giangrande. L'ente era già stato sciolto in seguito alle dimissioni rassegnate dall'ex sindaco Franco Landella lo scorso maggio. La revoca non è mai arrivata perché il 21 maggio l'ex sindaco leghista era stato arrestato con l'accusa di tentata concussione, corruzione. Ora Landella è stato rilasciato ma è interdetto dai pubblici uffici per il tempo di un anno.
 
L'inchiesta
Il Comune di Foggia è nella bufera: l'inchiesta ha rivelato un giro di tangenti in cui sarebbe coinvolta anche la moglie di Landella, Daniela Di Donna, dipendente comunale e reduce dall'interdizione dai pubblici uffici per dieci mesi. Nel frattempo il commissario prefettizio Marilisa Magno è alla guida del Comune dal 25 maggio per accertare le presunte infiltrazioni mafiose a Palazzo di Città.
 
Nella relazione inviata dalla Commissione al prefetto di Foggia, poi arrivata sul tavolo del Viminale, emerge uno scenario agghiacciante: le denunce di atti intimidatori nei confronti di alcuni consiglieri comunali e le pressioni della criminalità organizzata sul Comune risalgono infatti dal 2014. Dal febbraio 2021 - si legge nelle sei pagine di report - le inchieste giudiziarie legate ad ipotesi di corruzione hanno coinvolto amministratori pubblici, tra cui l'ex sindaco Landella e l'ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino.
 
"Dalle indagini conseguenti ai fatti corruttivi traspare un quadro inquietante della realtà amministrativa dell'Ente, che attesta uno sviamento del munus pubblico in favore degli interessi della criminalità organizzata", recita ancora il documento. In particolare, le presunte pressioni ed infiltrazioni mafiose sarebbero legate ad appalti legati al sistema di videosorveglianza e all'assegnazione di case popolari ad affiliati ai clan.

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