Italia - Guardia costiera libica spara contro pescherecci italiani. Ferito il capitano di una delle navi

La Guardia costiera libica ha sparato contro un peschereccio. Provvidenziale l'intervento della Marina militare

Fonte: Wikipedia

Redazione 07/05/2021 09:55

Nel pomeriggio di ieri la Guardia costiera libica ha sparato alcuni colpi di avvertimento contro alcuni pescherecci italiani a circa 30 miglia nautica da Misurata. I pescherecci, Aliseo e Artemide, erano partiti da Mazzara del Vallo e stavano pescando in “prossimità” delle coste della Libia. La reazione della Guardia costiera è stata decisamente eccesiva e, in seguito ad alcuni colpi di avvertimento, è stato leggermente ferito il comandate dell’Aliseo, Giuseppe Giacalone, che se la caverà con qualche giorno di riposo. A poche miglia di distanza si trovava la fregata Libeccio della Marina Militare Italiana, impegnata nelle operazioni di soccorso nel Mediterraneo. La nave dopo aver ricevuto il via libera dalla Libia ha potuto procedere con l’avvicinamento ai due pescherecci coinvolti e prestare le prime cure al comandante ferito.
La pesca nel Mediterraneo, una controversia lunga decenni
La Libia ha commentato l’accaduto dicendo di aver visto diversi pescherecci che si trovavano in quelle acque senza il permesso del Governo. Le autorità hanno poi aggiunto che i colpi d’avvertimento sparati sono stati in aria e non ad altezza uomo. Ipotesi ovviamente smentita sai dai colpi sullo scafo del peschereccio che dalle ferite del capitano dell’Aliseo. Da alcune ricostruzioni fatte da diversi quotidiani nazionali sembra che, prima dell’arrivo della fregata Libeccio”, i militari della Guardia costiera libica abbiano abbordato il peschereccio colpito. Gli uomini si sarebbero poi ritirati per lasciare posto alla marina italiana arrivata in soccorso.
 
Non è la prima volta che avvengono scontri del genere nel Mediterraneo e non solo per i diritti di pesca. Da quanto nel 2005 Gheddafi decise di allargare l’esclusività dell’area di pesca oltre le acque territoriali definite dai trattati internazionali, i pescatori siciliani si sono visti negare l’accesso ad alcune delle zone più pescose del territorio con gravi perdite economiche. Dopo la caduta del regime di Gheddafi non sono stati fatti grossi passi avanti in materia e col blocco dei negoziati, l’unica cosa che ha potuto fare il nostro paese è stata quella di sconsigliare ai pescherecci alcune zone del Mediterraneo. Ovviamente per una questione (anche) di sopravvivenza spesso i pescatori ignorano questa norma e rischiano la loro vita “sfidando” il governo libico. In merito all’ultimo “attacco” da parte della marina libica, non sono mancate le reazione di sdegno e solidarietà della politica che invoca a gran voce, anzitutto, la regolamentazione dei diritti di pesca e poi una risposta decisa alla Libia.
 

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