Il conflitto tra Israele e Palestina continua a infliggere un pesante tributo umano, con quasi 21.000 morti e 55.000 feriti nella Striscia di Gaza, oltre a 317 palestinesi uccisi e 3.400 feriti in Cisgiordania. Nel fronte israeliano, le perdite ammontano a 1.139 morti, a cui si aggiungono 165 soldati caduti durante l'invasione di Gaza dopo l'attacco dell'7 ottobre.
Gaza, bombe anche a Natale
Questi due mesi e venti giorni di combattimenti hanno portato a una situazione di punizione collettiva per il popolo palestinese da parte di Israele, apparentemente senza limiti. Anche durante le festività natalizie i raid nella Striscia di Gaza hanno causato centinaia di vittime innocenti, con gli attacchi si sono estesi fino alla Cisgiordania, in un'operazione militare su larga scala nel campo profughi di Nur Shams che ha provocato almeno sei vittime palestinesi.
L’accusa dell’Onu a Israele
Secondo
Paula Gaviria Betancur, relatrice speciale delle
Nazioni Unite sui diritti umani degli sfollati interni, le azioni di Israele sembrano configurare una
pulizia etnica. Israele è accusato di cercare
"di alterare in modo permanente la composizione della popolazione di Gaza con ordini di evacuazione in continua espansione e attacchi diffusi e sistematici contro i civili e le infrastrutture civili". L'85% della popolazione di
Gaza è infatti sfollata interamente, secondo l'agenzia
Onu. Il portavoce del governo israeliano,
Eylon Levy, ha risposto alle accuse sostenendo che
Israele aveva designato l'area di
Al Mawasi come zona umanitaria prima dell'offensiva di terra, esortando i civili di Gaza a evacuare temporaneamente lì per la loro sicurezza. Levy ha criticato la
mancata condanna di Hamas per il lancio di razzi contro le comunità israeliane, sottolineando l'imperativo di proteggere i civili da questo movimento islamista palestinese. La situazione attuale evidenzia la necessità di un intervento internazionale per fermare la violenza, proteggere i civili e lavorare verso una soluzione pacifica e duratura al conflitto israelo-palestinese.