"È un prodotto che utilizzo per pulire gli oggetti d’argento di casa". Si è difesa così Claudia Rivelli, 71 anni, sorella dell'attrice Ornella Muti, quando lo scorso mercoledì la polizia si è recata presso la sua abitazione di via della Camilluccia a Roma. Gli agenti hanno chiesto alla donna di riferire circa un flacone della cosiddetta "droga dello stupro" impacchettata e pronta da spedire al figlio Giovanni, che vive a Londra. Rivelli ai poliziotti ha detto di essere inconsapevole che si trattasse di Gbl, ovvero una sostanza stupefacente tra le più rischiose, ma la giustificazione della 71enne non è servita ad evitarle l’arresto.
Il processo
Il giudice del tribunale di Roma al termine dell'udienza di convalida dell'arresto ha fissato a febbraio la prima udienza del processo che vede imputata Claudia Rivelli: la donna è accusata di detenzione di sostanza stupefacente per fini di spaccio. Ieri la Procura di Roma ha convalidato l'arresto per la 71enne e in seguito disposto il regime di libertà visto che la donna non ha precedenti penali mentre il pubblico ministero Mario Pesci aveva chiesto gli arresti domiciliari. Paolo Leone, legale della donna e suo ex marito nonché figlio dell’ex capo dello Stato Giovanni Leone, ai magistrati ha detto che la sua assistita avrebbe spedito il Gbl al figlio perché lui la usa per "pulire la macchina, io invece lo uso per pulire casa".
"Droga dello stupro", il precedente
Non si fermano nel frattempo le indagini della polizia dopo l'ultima segnalazione della Polaria di Fiumicino, che ha rinvenuto
tre flaconi con un litro di Gbl spediti dall’estero all’interno di alcuni pacchi. Si tratta della stessa tipologia di contenitori rintracciati lo scorso 25 agosto all'aeroporto romano per cui era stato
arrestato il conduttore tv Ciro Di Maio. La polizia ha poi seguito un'altra spedizione che in un primo momento portava alla casa della madre della Rivelli, Ilse Renate Krause, deceduta nel 2020. Da qui un altro corriere, ignaro del contenuto del pacco, lo avrebbe trasportato nell'abitazione di Claudia Rivelli dove poi è stato effettivamente trovato lo stupefacente.