Un terremoto di magnitudo 6.2 ha scosso violentemente la provincia rurale del Gansu, nel nord-ovest della Cina, causando la morte di oltre cento persone e ferendone centinaia.
Cina, le condizioni della popolazione dopo il terremoto
La tragedia ha generato una massiccia operazione di soccorso in condizioni estreme, con temperature inferiori a -13°C che sfidano i soccorritori impegnati nel recupero dei sopravvissuti dalle macerie. L'epicentro del sisma, localizzato a circa 100 chilometri a sudovest di Lanzhou, ha provocato una scossa avvertita anche a 570 chilometri di distanza. La durata di quasi 20 secondi della scossa, con quel magnitudo, ha reso l'esperienza particolarmente traumatica. Le autorità hanno registrato ulteriori scosse, con l'avvertimento di possibili eventi sismici di magnitudo superiore a 5 nei prossimi giorni. Il presidente cinese Xi Jinping ha ordinato un intervento completo di salvataggio, mentre le squadre di soccorso locali ricevono rinforzi da parte del governo. La complessità della situazione è evidente, con interruzioni alle forniture di energia elettrica e acqua in alcune parti della regione. Un ulteriore terremoto di magnitudo 5.5 è stato segnalato nel sud dello Xinjiang, confermando la precaria situazione sismica nella zona. Le autorità del Gansu hanno lanciato un appello sui social media per coinvolgere più di 300 soccorritori nelle operazioni di ricerca e salvataggio.
Cina ancora colpita dai terremoti
La Cina, non nuova a forti terremoti soprattutto nelle regioni sud-occidentali, sperimenta ora una delle tragedie più mortali degli ultimi anni. Il paese ricorda ancora il terremoto del 2008 nella provincia del Sichuan, di magnitudo 7.9, che causò la perdita di 90.000 vite. Quest'ultimo evento sismico potrebbe rivelarsi il più letale degli ultimi dieci anni, superando persino il terremoto che colpì la provincia dello Yunnan nel 2014, con 600 vittime. La Cina si trova ora di fronte a una sfida enorme nella gestione dell'emergenza e nella protezione delle comunità colpite.