Sono emersi
nuovi inquietanti messaggi dalla chat di Ciro Grillo e del suo gruppo di amici accusati di stupro. Messaggi in cui i giovani raccontano la loro “esperienza”, come se fosse la conversazione più normale del mondo; frasi di vanto che definiscono la ragazza come
“niente di che”.
Oscenità, insulti e poi qualcuno della chat che li incalza a raccontare qualche dettaglio in più, come se parlassero di un divertimento, un qualcosa da raccontare agli altri e da esporre come un trofeo. “All’inizio sembrava che non volesse…”, scrive uno degli indagati. Così inizia l’incubo di quella ragazza conosciuta una sera al Billionaire che sulla chat diventa un trofeo da esibire e una “preda” da mostrare agli altri che quella sera non c’erano.
Ed è assurdo pensare dove inizia la paura e dove finisce il divertimento. È assurdo ma tutto testimoniato da quelle allusioni, quel chiacchiericcio digitale riassunto in un “3 vs 1”. E poi man mano il racconto si colora di nuovi dettagli, di stories sui social, di foto e di post di una serata tra amici che per qualcuno è diventata un qualcosa da dimenticare. “Official Mostri”, questo il nome del gruppo che racchiude il senso di tutto quello che è successo quella notte e della drammatica esperienza di una ragazza che “ci stava”, secondo gli altri.
La ricostruzione dei fatti
I fatti risalgono al 2019, quando Silvia una ragazza italonorvegese, denuncia per violenza sessuale Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Quello che è successo è ormai tristemente noto a tutti: una serata al Billionaire, una nottata in discoteca e quell’invito per una spaghettata notturna nella villa presa in affitto dai quattro ragazzi. Sono in due le ragazze: Silvia la vittima e Roberta che si addormenta sul divano e sembra non ricordare nulla. La ragazza racconta che il primo ad aver abusato di lei è Francesco Corsiglia, che dal canto suo si difende definendolo un “normale rapporto sessuale”. Molto diversa la versione di Silvia che racconta poi della violenza di gruppo, subita dopo che l’hanno costretta a bere mezza bottiglia di Vodka affinché non potesse opporre resistenza.
Ma i ragazzi si difendono e incolpano la malcapitata di aver fatto tutto da sola, Vodka inclusa. Eppure nelle chat le allusioni alla serata sono molte e poi quel “3 vs 1” che inquieta e spaventa. E poi ad un tratto il fatidico “ho paura che quella ci ha denunciato”, così Edoardo Capitta scrive a Vittorio Lauria qualche tempo dopo, il resto purtroppo è storia.