Nei giorni scorsi giungeva agli investigatori della Sezione Antirapine della Squadra Mobile una segnalazione da parte del personale di un Ufficio postale sito in centro, riguardante una anziana cliente che, nell’ultimo periodo, aveva effettuato ingenti prelievi di denaro adducendo delle motivazioni non plausibili. In particolare, veniva riferito che, a partire dal mese di gennaio u.s., la 85enne, oltre ad esaurire i soldi sul proprio libretto postale, aveva smobilitato una polizza e tutti i buoni postali effettuando numerosi prelievi di 2.000 euro ed alle insistenti richieste dell’impiegato riferiva, a volte, che doveva pagare la cauzione ad una donna in carcere in Croazia ed altre che doveva aiutare due famiglie bisognose. Il personale dell’Ufficio postale riferiva, altresì, che l’anziana viveva sola e non aveva figli oltre a non voler indicare nomi e recapiti di eventuali parenti.
Infine, veniva riferito che l’anziana che aveva appena chiesto di prelevare 2.000 euro, ottenendone 1.000, e ne aveva prenotati altri 2.000 per la mattina seguente. Al fine di accertare se l’anziana fosse vittima di una qualche azione delittuosa posta in essere da un qualche “avvoltoio” che sfruttava la minorata difesa della stessa, gli investigatori della Sezione Antirapine la mattina seguente, prima dell’apertura, si recavano presso l’ufficio postale richiedendo che venissero fotocopiate le banconote che sarebbero state consegnate nella mattinata all’anziana, abitante poco distante. Gli investigatori si posizionavano, pertanto, nei pressi dell’ufficio postale e dell’abitazione dell’anziana al fine di individuare chi l’avrebbe avvicinata per carpirle il denaro. Dopo alcune ore si notava l’anziana uscire dalla propria abitazione e recarsi presso l’ufficio postale ove effettuava il prelievo di 1.500 euro per poi recarsi nuovamente presso la propria abitazione, seguita a distanza dal personale della Squadra Mobile. Dopo alcune ore si notava sopraggiungere una donna la quale, dopo aver citofonato all’anziana vittima, entrava nello stabile e ne usciva dopo pochi minuti.
Seguita veniva poi fermata ed identificata in K. B. classe 1965 originaria dell’ex Jugoslavia. All’interno della borsa della donna venivano rinvenuti i 1.500 euro ritirati dalla vittima all’ufficio postale (fotocopiati) oltre a numerosi biglietti della lotteria “GrattaeVinci”. K. B. veniva accompagnata presso gli uffici della squadra mobile, ove con atteggiamenti arroganti alla richiesta di indicare la provenienza del denaro, riferiva che era un aiuto economico che le era stato elargito da una amica. La 85enne veniva poi convocata presso la Squadra Mobile ove serenamente riferiva che, anni or sono, aveva conosciuto all’esterno della Chiesa da lei frequentata, due straniere, appunto K.B. e L.R. le quali le avevano chiesto un sostegno economico per pagare le bollette e l’affitto di casa (del Comune) asserendo che non avevano soldi per mangiare.
L’anziana da allora, con cadenza settimanale, all’uscita della chiesa trovava le due donne che le chiedevano ed ottenevano da lei dei soldi. La presenza fissa delle due donne, però, non è passata inosservata ed i parrocchiani, dopo aver messo sull’avviso l’anziana, sono riusciti ad allontanarle. Le due donne, tuttavia, riuscivano a risalire all’abitazione dell’anziana ed iniziavano a frequentarla assiduamente, continuando nei loro “prelievi”. L’anziana ha raccontato agli agenti che negli ultimi tempi, presso la sua abitazione si recava solamente K.B. in quanto le era stato raccontato che L.R. era trattenuta presso il consolato a Milano, in quanto doveva pagare delle multe in Croazia e se non lo avesse fatto l’avrebbero portata in carcere in patria.
Per tale ragione, da alcuni mesi aveva provveduto a “consegnare un po’ di soldi” a K.B. affinché li portasse al consolato ed agli avvocati che stavano lavorando per la liberazione di L.R. Anche gli ultimi 1500 € erano stati consegnati per tale ragione ed essendo evidente che l’anziana era stata circuita dalle due straniere, questi venivano sequestrati. Veniva rintracciato un lontano cugino dell’anziana il quale veniva portato a conoscenza della situazione ed invitato a vigilare sul patrimonio “residuo” della zia, cosa che avveniva mediante nomina da parte del Tribunale di un amministratore di sostegno. Le successive indagini hanno portato ad identificare compiutamente la complice di K.B. e ad accertare che, dai conti bancari e postali dell’anziana (prosciugati), erano stati prelevati oltre 150.000 euro solamente dall’inizio anno. Per tale ragione K. B. classe 1965 originaria dell’ex Jugoslavia e L. R. classe 1956 originaria della Croazia venivano indagate in stato di libertà alla locale A.G. per i reati di truffa aggravata continuata in concorso.