Il Vaticano si prepara ad affrontare uno dei problemi più gravi che negli ultimi anni ha tenuto in bilico la credibilità della chiesa e la fiducia dei cristiani verso l’autorità ecclesiastica.

 

Corruzione e pedofilia all’interno della chiesa sono uno dei mali che nel tempo hanno afflitto la Santa Sede, per questo nel Documento preparatorio della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (della durata di due anni) sono diventati gli argomenti centrali. In una nota il Vaticano sottolinea di come non si possono dimenticare le violenze e le sofferenze inflitte nel tempo dalla chiesa, come non si può dimenticare il fatto che in molti abbiano taciuto il problema, insabbiando il grido d’aiuto delle vittime.

La chiesa non ha saputo ascoltare a sufficienza, dicono nel documento, e queste ferite così profonde difficilmente si rimargineranno perché oltre al dolore inflitto a queste persone c’è anche da tenere conto del lato spirituale e di come in molti abbiano perso la fede verso le istituzioni ecclesiastiche.

 

E questa forse è una delle pochissime volte che il Vaticano sceglie di fare un mea culpa; adesso bisognerà fare i conti con tutto ciò che ruota attorno a queste questioni nel tentativo di tornare agli antichi precetti, infusi però di quella modernità necessaria per comprendere i tempi che viviamo. I vescovi, ricorda il Vaticano, sono come degli angeli custodi che hanno il dovere di ascoltare e camminare insieme ai fedeli; per questo l’invito rivolto a tutti di mettersi allo stesso livello del gregge che è stato loro affidato e consultarlo, dove possibile nei vari processi decisionali che ci saranno da qui al futuro.

 

Come già detto è un momento complesso per tutto il cattolicesimo, con un senso di sfiducia generalizzato dovuto proprio a questa distanza tra gli uomini di chiesa e le persone comuni; un distanziamento voluto, molto spesso, ma che secondo la Chiesa va contro tutto ciò che è scritto nelle sacre scritture e quindi va affrontato con fermezza e determinazione