Il
Comitato di bioetica nazionale si è pronunciato in merito alla
obbligatorietà del vaccino agli adolescenti. L'ultima parola spetta al minore: nel dettaglio, se la volontà del ragazzo o della ragazza "di vaccinarsi fosse in contrasto con quella dei genitori, il Comitato ritiene che l'adolescente debba essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica". A giugno
la Germania aveva deciso di non raccomandare il vaccino agli adolescenti tra i 12 e 17 anni ma al di là di questo aspetto, per l'Italia il Cnb ha dato il suo parere sul report "Vaccini Covid-19 e adolescenti", approvato all'unanimità lo scorso 29 luglio.
No all'obbligo per gli adolescenti
Il Comitato di bioetica nazionale ha messo nero su bianco il suo parere sul tema "vaccini e adolescenti": in pratica se un/una giovane rifiuta la vaccinazione anti-Covid "a fronte del consenso dei genitori, il Comitato ritiene importante e auspicabile che l'adolescente sia informato che la vaccinazione è nell'interesse della sua salute, della salute delle persone prossime e della salute pubblica. In ultimo appare comunque corretto, dal punto di vista bioetico, non procedere all'obbligo di vaccinare in mancanza di una legge, ma porre in essere misure atte a salvaguardare la salute pubblica".
Il Cnb "ritiene opportuno che, nelle circostanze di contrasto tra le parti, la volontà sia certificata per esplicitare con la massima chiarezza le rispettive posizioni, anche al fine di individuare meglio i contrasti nel tentativo di ricomporli". Per quanto riguarda gli "adolescenti con patologie" e quelli "rientranti nelle categorie identificate dal ministero della Salute per le quali la vaccinazione è raccomandata", per tali categorie "emerge in forma ancora più pressante l'obbligo dei genitori (rappresentanti legali) di garantire ai propri figli il miglior interesse; è importante ricorrere al comitato di etica clinica o ad uno spazio etico e, come extrema ratio, al giudice tutelare".