Tre italiani stanno per affrontare un volo suborbitale per fare ricerca: saranno i primi in Europa. Ma lo stop Usa alla Virgin Galactic potrebbe rallentare i tempi.
La missione spaziale
A 60 anni dal primo volo della capsula americana Mercury, i tre italiani dell'equipaggio Virtute-1 cercheranno di svelare i segreti dello spazio. La missione è prevista per fine settembre ed è nata da Aeronautica Militare e Cnr.
Conoscere lo Spazio e i misteri dell’universo è da sempre uno dei sogni dell’uomo. A tal riguardo è emozionante sapere che l’Italia potrà essere protagonista di una missione spaziale nella quale tre italiani si lanceranno nello spazio cosmico per affrontare 12 esperimenti in volo suborbitale.
Si tratta di una missione di eccezionale portata, prima in Europa, nata dalla collaborazione fra Aeronautica Militare e Consiglio Nazionale delle Ricerche e sarà ospitata sul volo Unity 23 dello SpaceShip 2 e sullo spazioplano della Virgin Galactic finora utilizzato solo ai fini del turismo spaziale.
Sul buon esito di questo volo, c’è tuttavia un punto interrogativo perché a poche ore dall’annuncio italiano, le autorità federali americane hanno detto che non consentiranno alla Virgin Galactic di volare, in attesa dell’indagine su un incidente di volo che è avvenuto a luglio.
L’incidente nello spazio della Virgin Galactic potrebbe ritardare la partenza
Citando la Federal Administration Aviation, i media americani riportano che in luglio il volo della Virgin Galactic aveva deviato rispetto alla traiettoria prevista e le autorità vogliono chiarire il perché.
Nella circostanza, potrebbero quindi allungarsi i tempi della missione italiana, per ora programmata a fine settembre. È la prima volta che una missione sperimentale viene ospitata a bordo di uno spazioplano della Virgin Galactic e quello italiano è anche il primo equipaggio europeo a salirvi.
L’equipaggio di Virtute-1 (Volo italiano per la ricerca e la tecnologia suborbitale) è formato dal colonnello Walter Villadei, al comando, dal tenente colonnello Angelo Landolfi, esperto di medicina aerospaziale, entrambi dell’Aeronautica Militare, e dall’ingegner Pantaleone Carlucci, del Cnr, con esperienza di ricerca a bordo di piattaforme aeree. I tre ricercatori indosseranno una tuta intelligente costellata di sensori, leggera ma capace di resistere alle intemperie, con cellule nervose che diventeranno specialissime cavie e schiume a memoria di forma.
Lo scopo del volo
Il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, generale di Squadra Aerea Alberto Rosso ha affermato: “È il primo passo in un percorso di crescita”, dichiarazione fatta in occasione della presentazione della missione insieme al presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza. Uno degli obiettivi sarà “sfruttare anche a fini commerciali mezzi che volano a quote elevatissime e che potrebbero garantire 1,5 ore per collegamenti che adesso ne richiedono almeno dieci”, ha aggiunto, riferendosi anche al progetto del primo spazioporto italiano nel sito di Grottaglie (Taranto).
Il logo simbolo della missione si propone di ricordare gli Stati Uniti, pionieri nell’impegno in campo spaziale, a 60 anni dal primo volo suborbitale della capsula americana Mercury. “È una nuova fase dello spazio, che apre nuove opportunità per la space economy”, ha detto Carrozza. “Sarei partita subito anche io”, ha ammesso con una battuta.
Il lancio potrebbe essere previsto già per il 25 settembre. Il volo partirà dallo Spaceport America, il primo spazioporto operativo per finalità commerciali del mondo, situato nel New Mexico (Stati Uniti). La durata complessiva della missione sarà di circa 4 ore. Ma il periodo di assenza di peso – necessario per eseguire gli esperimenti – sarà di soli 3 minuti. Lo spazioplano raggiungerà la quota di circa 90 chilometri per poi atterrare nel punto di partenza.
Villadei ha dichiarato: “È un privilegio affrontare una missione come questa”.”È una nuova frontiera che attraversiamo come una squadra. Sarò comandante della missione – ha aggiunto – e questo è un grande onore per me”. Landolfi, che nella missione Eneide di Roberto Vittori era stato fra i medici di bordo, è “contento di avere una visione medica in più campi: mi ha aiutato a cogliere al meglio questa opportunità”. Per Carlucci invece la missione Virtute-1 “è un sogno che si realizza”.