I fatti risalgono al 1998, quando durante uno spettacolo comico, sarebbe andato in scena uno scherzo sull’Olocausto. Così, all’alba della cerimonia di apertura Kentaro Kobayashi è stato licenziato.
Gli organizzatori della manifestazione fanno riferimento ai fatti del 1998 come qualcosa di estremamente grave che ha ridicolizzato un tragedia per l’intera umanità; siccome la manifestazione nasce con l’idea di uguaglianza e condivisione nello sport e nella vita, non si possono tollerare fatti del genere, nonostante appartengano a più di 20 anni fa.
La scoperta del video e del copione incriminante, è venuto alla luce qualche giorno fa e ha ovviamente destato un certo clamore; forse una mancanza grave per gli organizzatori di Tokyo 2020 non aver pensato prima alla cosa, ma dato anche il lungo periodo a cui si riferiscono i fatti una “dimenticanza” potrebbe anche essere plausibile.
Kentaro Kobayashi le scuse pubbliche
Intanto, dopo le scuse ufficiali, la cerimonia di apertura avrà luogo senza pubblico e senza regista. E mentre i contagi continuano a salire in Giappone, c’è chi vede queste Olimpiadi funestate da cattivi presagi, al punto che molti degli sponsor avrebbero già abbandonato la nave. Il commento a caldo di Kentaro Kobayashi è stato: “Questa scenetta che avevo scritto conteneva linee estremamente inappropriate", il regista si è poi scusato pubblicamente col Giappone e col mondo intero. Uno scivolone non da poco, soprattutto per un personaggio molto famoso nella sua terra.
Nonostante le scuse, non sono mancate le critiche partite dalla comunità ebraica e da buona parte della società civile; non si dovrebbe scherzare con avvenimenti del genere, ma ormai il danno è fatto e di certo non si può tornare indietro nel 1998.
E alla fine
la cerimonia di “ritorno alla vita” di Tokyo 2020 vedrà la luce senza il suo regista, certo non sarà facile ma non si possono mandare a monte mesi e mesi di organizzazione a un passo dal traguardo. Quello che conta, per adesso, è assicurare lo svolgimento dei giochi in completa sicurezza per gli atleti e per lo staff, il resto sarà da valutare alla fine della manifestazione che è forse tra le più difficili di sempre.